Tutto ciò che è ambiente sembra sparito da queste elezioni per Torino 2011. A parte qualche spennellata quà e là, i partiti maggiori non sembrano consapevoli nè degli umori dei cittadini, nè dell’opportunità di uscire attraverso un serio cambiamento ecologico dalla crisi politica ed economica che, nei fatti, continua ad investire il nostro territorio. Eppure la capacità di costruire produzioni nuove sostenibili che ricaccino indietro la disoccupazione, la possibilità di pensare una città sicura dal punto di vista energetico e sociale, l’idea di costruire una città europea leader dell’innovazione giovane e sostenibile è davvero alla nostra portata. Noi pensiamo che la crisi ecologica e politica ci consegni una importante possibilità di riordinare le priorità d’azione delle nostre amministrazioni, iniziando dalla grande opera di recupero dell’efficienza della struttura della nostra città. Una Torino meno dipendente dal novecento “fossile” significa lavoro nell’edilizia sostenibile, nell’attrazione di intelligenze giovani nella ricerca, nell’innovazione delle forme stesse dell’amministrazione, nella messa in sicurezza del nostro territorio ancora troppo avvelenato ed in balia di fenomeni atmosferici di cui ci dimentichiamo in fretta. Lo stesso federalismo municipale fiscale non ha oggi nessuna idea portante che indichi la direzione verso cui debba essere impiegato. Se Torino vuole occupare una posizione forte nel panorama delle metropoli europee, non può solo proporsi un’amministrazione del presente magari meno corrotta e più efficiente. Deve davvero costruire una sua linea guida particolare, che per noi passa attraverso la soluzione della crisi ambientale: una vera ecologia politica che guarda al progresso sociale e scientifico come motore della riconversione e che si lascia indietro le paure che congelano l’iniziativa delle persone. Una ecologia politica che non dimentichi i territori lasciandoli in usufrutto agli adpti del dio Po, ma che tuteli  e promuova le culture locali, perchè culture ricche e forti non hanno paura di essere “colonizzate” da altri, ma possono confrontarsi ed accogliere in maniera solidale e saggia anche il “diverso”. Anche per queste ragioni crediamo che sia giunto il momento di segnalare la mancanza delle idee dell’ecologia, mancanza che riteniamo un errore ed a cui dobbiamo porre rimedio. Soprattutto ora dove a sinistra si litiga, al centro si tenta di lucrare qualche rendita di posizione e a destra sale la preoccupazione di veder crollare l’edificio costruito per fare affari.  Per questo abbiamo deciso di costruire uno spazio politico, come avvenuto già in Francia con Europe Ecologie grazie a Daniel Cohn-Bendit, libero e con uguale dignità per tutti coloro che vorranno parteciparvi. Sta nascendo Piemonte Europa Ecologia.