Alcuni tratti comuni sono comunque rintracciabili nelle campagne elettorali dei due favoriti: l’attenzione alle riforme economiche fondate sullo sviluppo delle energie rinnovabili e gli investimenti prioritari su educazione e sanità oltre all’accento sullo sviluppo della cultura come motore della ripresa sembrano far maggiore presa nel nord Europa rispetto ad una campagna di proposte liberiste cavalcata dalla destra in entrambi i casi legata strettamente ad una estrema xenofoba e razzista. D’altra parte proprio lo sganciamento della sinistra riformista dalle ali radicali sembra essere gradito dagli elettori tedeschi e danesi che non si lasciano peraltro distrarre nè dall’omossessualità del sindaco di Berlino (ditelo a D’Alema che magari ci ripensa) nè dal fatto che la Thorning-Schmidt sia moglie del direttore del Forum Economico Mondiale in Svizzera e indossi abiti costosi che le hanno fatto guadagnare il nomignolo di Gucci Helle. In Germania si attende anche il test dei Verdi che dopo il boom di qualche mese fa, sono dati in calo e il polso della crisi che sta attraversando la CDU di Angela Merkel che ha perso in pratica le ultime sei elezioni regionali.