La Francia da’ la sveglia alla ricerca delle sue Università, scegliendo di rilanciare dieci atenei.
Il processo vede un investimento di 10 miliardi di Euro in cinque anni, per adeguare alle nuove sfide tecnico-scientifiche 10 sedi universitarie.
A condire il piatto è il giovane Ministro francese per gli Studi  Superiori e la Ricerca Valérie Pécresse, classe 1967 capace di unire sostanza a bella presenza.
Il sistema di selezione non è stato banale: i dieci siti sono stati selezionati da un comitato internazionale di  8 “personalità” (un prefetto emerito, un fisico, un astrofisico, un economista, un rettore di Università Usa, un rettore canadese, il rettore emerito del College de France, il direttore generale di Accor) che hanno esaminato i progetti. (…)

Il processo è durato due anni ed i parametri usati hanno previsto tra l’altro la riqualifcazione del patrimonio universitario e urbanistico esistente, sviluppo della ricerca e della Regione, integrazione urbana della vita universitaria (alloggi per studenti, rapidità dei trasporti, attività culturali e sportive), integrzione con la ricerca vanzata esistente. Il risultato non ha fatto concessioni dal punto di vista geopolitico: il sud-ovest, ad esempio, ha visto premiare 3 campus, il nord-ovest nessuno, Parigi stessa ne è uscita in maniera non brillante, comunque con un buon progetto urbanistico e di ricerca ad Aubervilliers, banlieu tra le più povere ma vivace dal punto di vista della sperimentazione sociale. Due interessanti segnalazioni a questo riguardo dell’articolo di Carlo Ossola sul Sole 24ore. Lo Stato francese ha messo a disposizione i 10 miliardi per la metà con la cessione del 3% di EDF – l’ENEL transalpina – e per l’altra metà con stanziamenti sul bilancio ordinario. La Commissione interagisce con Ministero, sistema degli Enti Locali, Atenei con estrema rapidità, calcolando che in Italia la sola prima convocazione plenaria necessiterebbe di un paio d’anni.
Inutile addentrarsi con i confronti italiani:lo Stato non investe a sufficienza per il rinnovo degli Atenei; moltiplica le piccole sedi e via discorrendo. Secondo i parametri internazionali oggi in Italia passerebbero l’esame e si potrebbero rilanciare non più di una decina di Atenei.
Oltre al fatto che in Europa bastano commissioni di soli 8 saggi per impegnare 10 miliani di Euro e che una parte gli investimenti ricavati da vendite vengono investiti in ricerca: cosa si finanzierà dalla vendita dei debiti di Alitalia?