Questa storia della scelta del canidato sindaco per le prossime elezioni amministrative a Torino sta diventando come una delle storie che mio figlio compone per compito in prima media. In sostanza esiste un villaggio in preda ad un sortilegio dopo la morte di un re buono e i cittadini mandano piccioni viaggiatori per reclutare un cavaliere bianco che li liberi dall’incantesimo e riesca a farli vivere felici e contenti. Ma è solo un problema di cavalieri bianchi ed immacolati? Leggendo bene la fiaba è necessario che il cavaliere conosca almeno una formula magica e sia sufficientemente astuto per liberare il villaggio, perchè la sua semplice presenza non basta. Quindi sarebbe meglio se prima di scegliere il cavaliere bianco si stesse a sentire con quale abile astuzia o formula magica il villaggio sarà liberato. Tradotto in linguaggio più prossimo a noi potrebbe essere utile capire quali idee siano necessarie per liberare il nostro villaggio e quindi trovare successivamente il cavaliere bianco più adatto che possa per fattezze ed abilità mettere in pratica queste idee. La sola presenza del nostro eroe, in tempi moderni e complicati, non garantisce un futuro di pace, prosperità e giustizia. O almeno noi appartieniamo a quel clan della favola che se volesse un semplice cavaliere bianco, avrebbe votato dall’altra parte.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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