Ho appena terminato di ascoltare, su Videogruppo, gli interventi di Sergio Chiamparino e Letizia Moratti alla Festa Democratica di Milano del 4.9.08. Discussione interessante che ha avuto chiaramente uno dei suoi picchi quando si è trattato il tema dell’istituzione delle città metropolitane. Premetto che il Sindaco di Torino è, a mio modesto avviso, un buon Sindaco. Personalmente l’ho anche votato e lo rivoterei ancora. Anche se non sempre sono d’accordo con ciò che pensa. Ma, per parlarci chiaro, credo che sia uno dei pochi leader presenti sul nostro territorio e possieda un’esperienza amministrativa a cui pochi sul nostro territorio possono affiancarsi.
Due passaggi, però, mi sono sembrati francamente fuori misura e poco generosi nei confronti di altri amministratori che con la stessa passione governano i problemi trovando soluzioni, a volte certamente sbagliando.
I due punti poco eleganti riguardano in sostanza la questione dell’acqua, argomento su cui personalmente mi confronto da diversi anni e dove posso accampare una, pur minima, esperienza amministrativa.
Le affermazioni, quasi testualmente, recitano così: 1) Enti intermedi come le autorità d’ambito (es. quella dell’acqua n.d.r) vanno aboliti perché in essi “la mediazione istituzionale prevale sugli interessi dei cittadini”, 2) nella gestione dell’acqua è necessario restituire risorse alla grande città che potrebbe valorizzare meglio.
Credo che durante un dibattito politico, ognuno di noi è trascinato, nella foga del discorso, a recitare affermazioni che necessiterebbero di maggiore approfondimento e che vengono lanciate in forma di sintesi un po’ troppo stringata. Spero sia questo il caso anche per il Sindaco che, malgrado l’ampio consenso che gli abbiamo accordato, è in fondo un essere umano come noi. Non credo infatti che l’attuale gestione dell’acqua nella nostra Provincia si sia distinta per una mediazione tra politici istituzionali che è prevalsa sugli interessi dei cittadini. Senza contare che nessuna decisione è stata presa in assenza del Comune di Torino che rappresenta il secondo “azionista” della Autorità d’ambito con il 15% di peso del totale, secondo solo alla Provincia di Torino (25%) e ben al di sopra di tutti gli altri Comuni che oscillano per peso di voto ognuno con quote di circa l’1%. Per chi poi volesse prendersi lo sfizio di vedere i risultati delle votazioni nella Conferenza d’ambito (vero e proprio parlamentino per le decisioni sull’acqua), può essere utile rimarcare che le decisioni, almeno da circa 4 anni a questa parte, sono praticamente prese tutte all’unanimità. Ma ciò che preme sottolineare è l’estrema correttezza da tutti riconosciuta delle politiche intraprese, che hanno portato ad una delle tariffe più basse in Italia e Europa (dove è compresa anche la depurazione che nel nostro territorio viene fatta correttamente a differenza della Milano della sua collega Moratti che scarica le acque inquinate direttamente nei fiumi), differenziata per i diversi bisogni sociali e con un saldo positivo posto tutto a disposizione per gli investimenti. Oltre a ciò con una qualità del bene riconosciuta come ottima. Mi è quantomeno difficile capire dove siano stati prevaricati gli interessi dei cittadini a favore delle mediazioni politiche visti i risultati. Inoltre la scelta di superare le più di 300 gestioni autonome precedenti, ha permesso, mediante una corretta economia di scala, di rafforzare il gestore unico SMAT facendolo rafforzare sia sul piano tecnologico che su quello della solidità aziendale, senza lasciare morti e feriti riguardo alle aziende più piccole precedentemente presenti, che hanno potuto contribuire mediante la loro conoscenza del territorio a superare le diverse problematiche presenti. Un’azienda del nostro territorio, che si è e deve ancora rafforzarsi soprattutto crescendo sul vasto territorio piemontese, perché il suo interesse precipuo, le sue radici sono qui e deve essere protetta da fusioni o inglobamenti che ne porterebbero la testa pensante e gli interessi economici fuori, con il rischio di perdita per la comunità.
È inoltre necessario che la natura stessa della gestione dell’acqua, obbliga a prendere decisioni non parcellizzate e troppo localistiche: l’acqua va pensata come sistema idrico integrato, ma soprattutto come bacino idrico ottimale. Noi abbiamo in questo senso una fortuna geografica:il bacino idrico ottimale corrisponde sostanzialmente ai confini della nostra Provincia (avendo infatti solo pochi comuni della Provincia al di fuori del sistema e che sono alimentati da altri bacini geografici). In sostanza abbiamo un corpo unico per cui sarebbe inutile e dannoso lasciare l’intestino (la città di Torino) senza il fegato, la spina vertebrale ecc. L’abbiamo già provato in passato ed il sistema funzionava male. Sul fatto poi della ridistribuzione delle risorse il problema è certamente più complesso, ma esiste un punto sempre richiamato dalle leggi successive alla più importante, la Legge Galli, che in sostanza determina che le risorse, i soldi ricavati dall’acqua debbano ritornare per opere riguardanti l’acqua stessa, perché è un bene comune, è scarsa, il prezzo per il suo accesso non può essere determinato dalle fluttuazioni delle quotazioni in borsa. L’acqua è un bene essenziale che possiede caratteristiche proprie e deve essere protetto, garantendo fonti sicure di sussistenza economica che sono, nel nostro caso, ricavate tutte dall’acqua stessa. Quindi più che “utilizzarle meglio“, non vorrei che si pensasse semplicemente di “utilizzarle diversamente“.
Si potrebbe ancora disquisire a lungo, ma spero di aver dato qualche primo elemento di riflessione soprattutto economica, oltre che politica e tecnica, al Sindaco per comprendere perché non sono d’accordo con lui su questi punti. L’auspicio sarebbe quindi quello di aprire una discussione serena su questi temi senza infingimenti idelogici. Credo possa essere utile per lui acquisire tutti gli elementi di conoscenza, ed anche per noi conoscere più approfonditamente le sue opinioni ed accedere ai suggerimenti che la sua esperienza amministrativa potrà suggerirci per meglio operare.
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