Chris Anderson, caporedattore di Wired, ha presentato le tesi del suo prossimo libro “Free” che sarà pubblicato il 6 luglio prossimo negli Stati Uniti da Hyperion. L’autore , nella sua esposizione, ha portato all’estremo il ragionamento sulla gratuità.
Ha sostenuto che con Internet, un nuovo tipo di gratuità si è sviluppata ( dalla musica ai giochi in linea passando attraverso i logiciels). Una gratuità fondata su costi di riproduzione quasi nulli a causa della digitalizzazione e della intensità della concorrenza. E, secondo lui, “ se voi non renderete il vostro prodotto gratuito, la pirateria lo farà per voi”
Ancora, internet favorisce l’economia del dono del proprio sapere, che si è visto fiorire su wikipedia. Ma, ha aggiunto, tutto ciò non si limiterà ad internet: i prodotti ed i servizi che ci circondano diventeranno ogni giorno meno costosi, a causa della pressioni della Cina e della deflazione. LA gratuità sarà, secondo lui, globalmente inesorabile; a tal punto che “le imprese dovranno, un giorno o l’altro, regalare la gran parte dei propri prodotti”.
Tutto ciò richiama ad una nuova forma di economia. Ora, ha constatato, “sono rimasto sblordito quanto voi che non esista un modello economico della gratuità”. Ed è interessante esaminare ciò che lui propone:
- innanzittutto, evidentemente, la pubblicità, primo modello di gratuità, utilizzata utilizzata dopo un secolo dalla radio, con la contribuzione collettiva sotto forma di canone o di licenza globale
- poi, il modello “freemium” che consiste nella distribuzione una versione gratuita per il grande pubblico di un prodotto, accoppiata ad una versione a pagamento, più evoluta, per un mercato di nicchia. FlichR propone ainsi di passare ad un modello di upgrade a pagamento. Anderson cita anche i giochi in linea (Club Penguin, Neopts, Second Life ed altri giochi di ruolo come Maple Story) che non propongono che una infima parte dei loro giochi accessibili a pagamento. “Se il 5% dei giocatori accettano di pagare, ciò assicura la redditività del prodotto” e “ al di là di questa ratio esiste un beneficio puro.
- Altro modello economico, quello delle sottoscrizioni croisee, che consiste nell’offrire gratuitamente un prodotto per incitare il consumatore a comprarne un altro: un telefono e delle comunicazioni gratuite in cambio di un abbonamento pour le donnees; un rasoio in cambio di lamette. Domani potrà essere , nello stesso modo, si riceverà gratuitamente dei computer e si pagherà il software, dei consigli per utilizzarlo e degli abbonamenti per internet o per dei giochi in rete.
- Infine, sostiene, biogna utilizzare la pirateria come una forma di marketing, per monetizzare la celebrità degli autori dei prodotti. Anderson porta l’esempio dell’industria musicale, dove gli artisti possono monetizzare la loro popolarità, grazie a delle apparizioni durante gli spot pubblicitari, al cinema o nell’organizzazione dei concerti. Questo modello, secondo lui, si applicherà al cinema e a diversi altri settori come la letteratura.
Lui stesso ha deciso di offrire gratuitamente il suo libro, “non nella versione cartacea, ma nella versione digitale” convinto che più del 5% dei lettori digitali saranno disposti a pagare per acquistare il libro nella versione cartacea, oltre alla quota di introiti che si aggiungerà grazie alle conferenze. Questo è evidentemente tutto un altro modello di economia del libro rispetto a quello odierno. Che porterà a dover proteggere le librerie, così necessarie alla lettura.
E più in generale a ripensare l’equilibrio di un grande numero di settori che dovranno miscelare gratuità e pagamento dei prodotti annessi. Bisognerà evidentemente evitare che la gratuità non diventi una sorta di truffa, che farà pagare molto più caro il prodotto di accompagnamento che non que n’aurait couté le produit supposé donné. Come avviene per il caso del credito detto gratuito.
Anderson ha ragione nell’annunciare questo futuro. E di costringere a riflettere coloro che rifiutano l’evidenza. I più scaltri dei quali sono d’altronde già in procinto di adattarsi. Come ad esempio certe majors che protestano oggi contro la gratuità saranno le prime a trarne profitto.
Evidentemente, questo modello non sarà generale: bere, nutrirsi, viaggiare, abitare, costerà sempre più caro, in ragione dela rarità crescente dell’acqua, dei terreni agricoli, dell’energia, del suolo urbano. Detto altrimenti, è senza dubbio una delle tendenze tra le più pesanti del futuro: sarà molto più dispendioso essere poveri che essere ricchi.
Ha sostenuto che con Internet, un nuovo tipo di gratuità si è sviluppata ( dalla musica ai giochi in linea passando attraverso i logiciels). Una gratuità fondata su costi di riproduzione quasi nulli a causa della digitalizzazione e della intensità della concorrenza. E, secondo lui, “ se voi non renderete il vostro prodotto gratuito, la pirateria lo farà per voi”
Ancora, internet favorisce l’economia del dono del proprio sapere, che si è visto fiorire su wikipedia. Ma, ha aggiunto, tutto ciò non si limiterà ad internet: i prodotti ed i servizi che ci circondano diventeranno ogni giorno meno costosi, a causa della pressioni della Cina e della deflazione. LA gratuità sarà, secondo lui, globalmente inesorabile; a tal punto che “le imprese dovranno, un giorno o l’altro, regalare la gran parte dei propri prodotti”.
Tutto ciò richiama ad una nuova forma di economia. Ora, ha constatato, “sono rimasto sblordito quanto voi che non esista un modello economico della gratuità”. Ed è interessante esaminare ciò che lui propone:
- innanzittutto, evidentemente, la pubblicità, primo modello di gratuità, utilizzata utilizzata dopo un secolo dalla radio, con la contribuzione collettiva sotto forma di canone o di licenza globale
- poi, il modello “freemium” che consiste nella distribuzione una versione gratuita per il grande pubblico di un prodotto, accoppiata ad una versione a pagamento, più evoluta, per un mercato di nicchia. FlichR propone ainsi di passare ad un modello di upgrade a pagamento. Anderson cita anche i giochi in linea (Club Penguin, Neopts, Second Life ed altri giochi di ruolo come Maple Story) che non propongono che una infima parte dei loro giochi accessibili a pagamento. “Se il 5% dei giocatori accettano di pagare, ciò assicura la redditività del prodotto” e “ al di là di questa ratio esiste un beneficio puro.
- Altro modello economico, quello delle sottoscrizioni croisee, che consiste nell’offrire gratuitamente un prodotto per incitare il consumatore a comprarne un altro: un telefono e delle comunicazioni gratuite in cambio di un abbonamento pour le donnees; un rasoio in cambio di lamette. Domani potrà essere , nello stesso modo, si riceverà gratuitamente dei computer e si pagherà il software, dei consigli per utilizzarlo e degli abbonamenti per internet o per dei giochi in rete.
- Infine, sostiene, biogna utilizzare la pirateria come una forma di marketing, per monetizzare la celebrità degli autori dei prodotti. Anderson porta l’esempio dell’industria musicale, dove gli artisti possono monetizzare la loro popolarità, grazie a delle apparizioni durante gli spot pubblicitari, al cinema o nell’organizzazione dei concerti. Questo modello, secondo lui, si applicherà al cinema e a diversi altri settori come la letteratura.
Lui stesso ha deciso di offrire gratuitamente il suo libro, “non nella versione cartacea, ma nella versione digitale” convinto che più del 5% dei lettori digitali saranno disposti a pagare per acquistare il libro nella versione cartacea, oltre alla quota di introiti che si aggiungerà grazie alle conferenze. Questo è evidentemente tutto un altro modello di economia del libro rispetto a quello odierno. Che porterà a dover proteggere le librerie, così necessarie alla lettura.
E più in generale a ripensare l’equilibrio di un grande numero di settori che dovranno miscelare gratuità e pagamento dei prodotti annessi. Bisognerà evidentemente evitare che la gratuità non diventi una sorta di truffa, che farà pagare molto più caro il prodotto di accompagnamento che non que n’aurait couté le produit supposé donné. Come avviene per il caso del credito detto gratuito.
Anderson ha ragione nell’annunciare questo futuro. E di costringere a riflettere coloro che rifiutano l’evidenza. I più scaltri dei quali sono d’altronde già in procinto di adattarsi. Come ad esempio certe majors che protestano oggi contro la gratuità saranno le prime a trarne profitto.
Evidentemente, questo modello non sarà generale: bere, nutrirsi, viaggiare, abitare, costerà sempre più caro, in ragione dela rarità crescente dell’acqua, dei terreni agricoli, dell’energia, del suolo urbano. Detto altrimenti, è senza dubbio una delle tendenze tra le più pesanti del futuro: sarà molto più dispendioso essere poveri che essere ricchi.
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