Uno dei punti cruciali che questa crisi sta mettendo a nudo è il nostro tasso di europeismo. Stefano Folli, editorialista del Sole, coglie lucidamente questo punto che va svolto e portato alle estreme conseguenze. Soprattutto nel caso l’attuale Governo dovesse crollare, la nuova maggioranza non si misurerà tanto sulle appartenenze alla destra o alla sinistra, ma su quanto crederà all’europa, alle sue istituzioni e alla possibilità “politica” dell’Unione Europea. E questo sarà un discrimine che attraverserà tutti gli schieramenti, in cui gli euroscettici sono equamente rappresentati e costituiranno un evidente freno. Le riforme da fare non potranno infatti essere il semplice risultato di una richiesta delle istituzioni europee, ma dovranno essere condivise e soprattutto gestite e rese utili per il nostro Paese anche a livello di forza politica nelle sedi decisionali, siano esse la Banca Centrale Europea che lo stesso Parlamento e Commissione europea. Esiste quindi una vera necessità di dichiararsi subito europeisti convinti, quali noi di Piemonte al Centro siamo, e di essere un motore di aggregazione degli europeisti ovunque essi siano – più o meno! -. Nessuna riforma che ci porti a tornare protagonisti nell’attuale cornice della globalizzazione, potrà infatti avere la polvere da sparo bagnata di chi non sente nel profondo l’opportunità che la costruzione di una nuova europa rappresenta per il nostro Paese. Anche questo è comprendere come cambia la politica e il perchè rinchiuderci nelle gabbie chiamate destra e sinistra non ci porterà da nessuna parte. E noi, con Gianluca Susta, crediamo all’Europa.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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