Fa sicuramente un certo effetto, almeno al lettore italiano, che nell’edizione di sabato 9 gennaio, Le Monde dedichi due pagine centrali al dibattito in corso in Francia sulla tassazione delle emissioni di carbonio come strumento per far fronte al riscaldamento climatico. Articoli di ottima qualità dove si confrontano Chantal Jouanno, segretaria di stato per l’ecologia; Michel Rocard, Presidente della commissione d’esperti sulla contribuzione clim-energia e già Primo Ministro; Segolene Royale, Presidente della Regione Poitou-Charentes, già ministro dell’ecologia e sfidante di Sarkozy alle ultime presidenziali francesi, Yves Martin, Menbro della commissione di esperti sulla contribuzione clima-energia ed altri. Se la discussione non è nuova in Francia, che ha comunque preso sul serio il problema e giustamente dibatte non su argomenti astratti ma su uno dei pochi strumenti veramente efficaci quale quello d’intervenire attraverso strumenti economici per tentare di limitare le emissioni climalteranti, il motivo di questo ritorno di discussione è dato dalla decadenza del provvedimento voluto dal Presidente Sarkozy che appunto varava un sistema di tassazione in questo senso. Il decadimento del provvedimento è stato dichiarato dall’equivalente della nostra Corte costituzionale e porterà alla necessità di riproposizione della legge da parte del Governo francese entro il 20 gennaio prossimo venturo. Invitando quindi coloro possono leggere i testi su Le Monde di sabato 9 alle pgg 20 e 21 – con la promessa di tentare a breve una traduzione per chi non potesse procurarsi gli articoli – è simpatico segnalare la ragione per cui la Corte Costituzionale ha bocciato il provvedimento. Il “Conseil” francese, infatti, non si è pronunciato sullìopportunità di introdurre la tassazione ecologica, ma ha semplicemente ricordato che la legge votata dal Parlamento non è conforme alla Costituzione francese perchè prevede troppi esoneri, rendendo di fatto lo strumento nettamente meno efficace rispetto alla proposta iniziale del “rapporto Rocard”, come ricordato nell’articolo iniziale. Il corto-circuito personale corre alle iniziative che anche localmente si è tentato di introdurre nella nostra realtà torinese e piemontese con strumenti sicuramente meno pesanti rispetto all’introduzione di nuove tassazioni e dove la critica più forte era quella di non prevedere sufficienti esoneri delle diverse categorie. Anche se la lettura del provvedimento mi portava personalmente a credere che le esenzioni fossero sicuramente troppe. Credo sia necessario imparare questa lezione di governo amministrativo, che per forza di cose appare diametralmente opposta alla logica dell’aiutino ormai prevalente nel nostro Paese a diversi livelli e che esula dal condividere o meno lo spirito delle norme proposte per cui deve valere il pur aspro confronto politico, senza annacquare in estenuanti compromessi che uccidono le norme stesse. Si discuta, ci si confronti, si corregga dove è necessario, ma una volta deciso si agisca, facendo in modo che il giusto compromesso non diventi un espediente politico.
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