Mentre a New York persino l’Empire State Building si colora con l’arcobaleno per l’approvazione della legge sulle unioni omosessuali, in Italia Di Pietro e Vendola litigano sulle primarie mentre Bersani nicchia. Semplicemente mentre negli Usa certe battaglie in cui si allargano i diritti delle persone trovano il consenso compatto dei progressisti che riescono a far breccia e guadagnare consenso anche tra le fila dei conservatori – un po’ come è successo per i referendum – i leader dell’opposizione al tramontante Berlusconismo riescono a farsi male da soli anche senza essere sollecitati e a provocare divisioni non tanto sulle cose da fare, ma sulle modalità di raggiungimento della leadership. Lo spettacolo ci ha davvero stufati e credo sia davvero venuta l’ora di congedarsi da questi capi e capetti, dall’idea che esistano diverse sinistre e destre che possano incarnare le speranze delle persone e ci portino nel prossimo futuro senza farci deragliare alla prima curva. Sarà lunga e difficile, ma stavolta ci hanno davvero stancato.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Sergio Chiamparino, in un suo editoriale pubblicato su Lettera 43, sostiene che il Pd debba allearsi con Vendola e Di Pietro. Il ragionamento viene fuori dall’analisi dei risultati dell’ultima tornata elettorale che vedrebbe nei fatti fuori gioco il mai compiuto terzo polo, estremamente deludente nei numeri e ondivago nelle alleanze. Il tutto viene completato dal fatto che i referendum avrebbero dimostrato la volontà generale di “voler riaffidare alla spesa pubblica ed alla fiscalità generale il compito di trainare e governare il sistema”. Sergio Chiamparino è chiaramente un politico accorto ed intelligente e svolge il discorso con più eleganza di questa semplificazione, ma la somma del discorso è questa. Credo però che dovrebbe prestare maggiore attenzione a piccole insidie che si nascondono nelle pieghe del risultato, iniziando dall’analisi più puntuale dei numeri senza scorciatoie e approssimazioni. (altro…)