La crisi c’è e sicuramente morde. Il bisogno di mobilità cresce, e a ben guardare può considerarsi un vero e proprio diritto. Da queste due considerazioni potrebbe nascere la richiesta di derogare al provvedimento preso sul blocco progressivo dei mezzi inquinanti, per cui la norma che ferma per diverse ore al giorno i mezzi fino agli Euro2 diesel con più di dieci anni sarebbe da sospendere. Sicuramente richiesta da prendere in considerazione, anche se sull’altro piatto della bilancia pesano alcuni motivi che abbiamo precedentemente esposto in un post. Per capire però la bizzarria delle cose e come sia necessario ragionare su numeri – che normalmente non mentono – rimando ad un articolo comparso oggi sul sito web del Corriere della Sera dal titolo: “Italiani con le tasche vuote. Ma è boom di auto e cellulari”. L’articolo dice tra l’altro:“(…) A fronte dello stato di insoddisfazione nel nostro Paese è sempre boom di auto e telefonini: più di 35 milioni di autovetture in circolazione secondo l’Annuario Istat e 81,6 milioni (su quasi sessanta milioni di abitanti) le linee di telefonia mobile. Negli ultimi dieci anni – si legge nel rapporto – la mobilità è cresciuta in misura maggiore di quanto non sia accaduto in passato, e la quota di trasporto continua a indirizzarsi su strada, dove lo scorso anno il parco autoveicoli ha sfiorato i 40 milioni. Tra i mezzi di trasporto privato il più utilizzato è l’auto (usata per recarsi al lavoro dal 69,7%), mentre poco meno di un quarto della popolazione usa i mezzi pubblici urbani, e il 16,8% quelli extra-urbani. (…)”. Strano ma vero.

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