Due cosette interessanti all’epoca dei “tecnici” in questo scorcio di fine legislatura. La prima è che possediamo il più vetusto “parco” di professori universitari. In media in Germania o negli Usa i docenti delle diverse accademie sono in almeno la metà dei casi al di sotto dei 40 anni mentre nel nostro Paese raggiungono con fatica il 16%. La seconda è che almeno un eletto su 4 delle patrie amministrazioni da molti anni sarebbero dei manager. Se la prima parte del discorso può farci ben comprendere come continuiamo a formare i nostri ragazzi in maniera abbastanza “sbilanciata” guardandoci alle spalle invece che avanti, la seconda mi fa sorgere il dubbio che l’infornata di tecnici o di “sergenti” d’industria (i capitani è chiaro che sono altrove) che nuove aggregazioni politiche stanno per disporre in campo, ci farà colare ancora più a picco rispetto passato.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Tra le politiche di una grande città dovrebbe esistere quella di far diventare la propria Università un polo di attrazione per giovani studenti. I benefici di questa idea sono stati ampiamenti discussi e riconosciuti, soprattutto dopo le analisi di Florida. Ancora meglio sarebbe attirare nuove e giovani intelligenze da tutta Europa, aprendosi al “mercato” della formazione internazionale dove gli altri Stati del vecchio continente stanno combattendo importanti battaglie. Come ad esempio sta avvenendo nel Nord Europa, dove gli studenti inglesi, storicamente tra i meno propensi alla migrazione, stanno iniziando a scoprire altre realtà in cui formarsi, quali ad esempio quelle offerte dalle Università olandesi. (altro…)