Bob King, Presidente del potente sindcato americano dell’industria automobilistica (UAW) è in visita in Italia per consolidare i contatti con la Fiat e cercare partner dell’industria legata alla produzione automotive disponibili a produrre nelle aree del midwest americano. L’occasione è certamente interessante per i sindacati italiani impegnati oggi in una sorta di mega vertenza con la Fiat, anche se su rive spesso contrapposte. Pare ci sia stata una piccola gara tra le sigle sindacali per dichiarare la propria “amicizia” e le convergenze con il sindacato americano che è stato protagonista del recente accordo Fiat – Chrysler con una forte apertura e collaborazione. Prima di registrare le convergenze, penso sia utile fornire un piccolo spaccato della filosofia che ha sostenuto la UAW nel recente accordo ben rintracciabile nel discorso di Bob King del settembre scorso.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Per capire meglio quali sono i riferimenti “culturali” di cui è intessuta l’ultima partita di Sergio Marchionne è necessario dare uno sguardo su cosa sta avvenendo nel sindacato americano dei metalmeccanici. Utile a questo proposito leggersi un interessante articolo di Giuseppe Berta comparso sul IlSole24Ore web – La parabola di Walter Reuther, il sindacalista con vista sul futuro -. Se infatti la crisi scuote in profondità la fiducia, le modalità d’azione e la stessa capacità di rappresentatività del sindacato, non si può ignorare cosa ha detto il 2 agosto scorso Bob King, il nuovo presidente della Union of automobile Workers of America (Uaw) che è stato il più grande e forte sindacato industriale nel mondo e che ha pagato un prezzo durissimo negli ultimi anni: nel 1979 contava 1,5 milioni di iscritti contro i circa 400.000 attuali. King sostiene che l’organizzazione dei lavoratori deve essere ripensata dalle basi smattendo di considerare il management come avversario e nemico e tendere invece a costruire relazioni di collaborazione. Chiaramente ognuno può pensarla come vuole, ma il discorso di oggi di Marchionne non può prescindere dalle posizioni del sindacato di oltreoceano. Interessante è comunque la spiegazione che Berta introduce dei riferimenti, nel discorso di King, alla figura mitica della Uaw, cioè Reuthers che ne incarnò i diversi momenti nelle varie epoche da anima militante e radicale delle origini – andò perfino nella Russia stalinista – alla capacità negoziale leggendo in maniera anche originale la pancia dell’America.