Il miglior messaggio della giornata mi è arrivato da Gianluca Susta, europarlamentare, che mi informava che era passata, con larghissima maggioranza, al Parlamento Europeo la risoluzione per l’istituzione di una tassa per le transazioni finanziarie. In sostanza attraverso un’imposizione dello 0,1% per azioni e titoli e dello 0,01% per i derivati si stima la possibilità di raccogliere circa 55 miliardi di € da destinare ad azioni di crescita economica, alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla lotta contro i cambiamenti climatici ed altro ancora. Il concetto guida che sottoscrivo è la necessità di far pagare, certamente solo in parte, il costo della crisi a chi fondamentalmente l’ha provocata attraverso meccanismi speculativi, ignorando la necessità di investimenti sull’economia reale rappresentata dal lavoro e dalle attività di produzione. Un aspetto meno conosciuto è la coraggiosa possibilità di procedere con quella che è conosciuta come Tobin Tax, anche in assenza dell’unanimità tra i 27 paesi dell’Unione ma consentendo ad un minimo di 9 paesi di sperimentarla. Allo stesso tempo il Parlamento europeo sollecita comunque i Governi all’adozione del provvedimento proprio per evitare effetti distorsivi sui mercati interni e incoraggiare un accordo più ampio a livello mondiale. Vedremo, a questo punto, la capacità dei Governi europei di raccogliere questa sfida attraverso nuovi strumenti che trovano il consenso di sempre maggiori aree della pubblica opinione a livello continentale.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Secondo Le Monde e “Internazionale” le casse dell’Unione Europea sono al verde, con un bilancio fermo ai livelli di circa 30 anni orsono. In sostanza si parla di una cifra di bilancio di circa 126 miliardi di euro pari a circa l’1.02 % del reddito nazionale lordo dei ventisette Paesi. Date le risapute difficoltà degli stessi Paesi membri, si sta facendo strada l’idea di rimpinguare le casse attraverso entrate alternative a quelle dei versamenti nazionali e una delle soluzioni proposte è quella – molto interessante – di far confluire nel bilancio dell’UE i proventi di una imposta sulle emissioni di CO2. Gli impatti sulle politiche transnazionali ambientali e un loro maggior coordinamento ne guadagnerebbero sicuramente.