C’è qualcosa di “meraviglioso” – nel senso quasi rinascimentale del termine – nelle parole di Nicolas Negroponte registrate nell’intervista raccolta da “R.it Economia & Finanza”: «Ci rechiamo nei villaggi spiega Negroponte –per incontrare gli anziani della comunità e le organizzazioni umanitarie. Persone che non sono coinvolte in programmi educativi. Ora abbiamo deciso di prendere i tablet e li lanceremo dagli elicotteri, per quei villaggi che non hanno elettricità o scuole. Torneremo un anno dopo, per vedere se i bambini hanno imparato a leggere». Un qualcosa che richiama lo “stay foolish” di Steve Jobs, anche se il tentativo di superare l’analfabetismo dei bambini dei Paesi poveri del mondo si basi su una teoria ben precisa ovvero la Minimally Invasive Education studiata dal professore indiano Sugata Mitra spiegata così nello stesso articolo: “Nel 1999 condusse un esperimento: installò un computer collegato ad Internet nel povero quartiere di Kalkaji a New Delhi per dimostrare la possibilità che i bambini potessero «insegnarsi» da soli a leggere e usare le tecnologie. «Dopo 25 minuti spiega Negroponte i bambini di Kalkaji, che non avevano mai visto un pc, stavano navigando sulla rete. Quest’esperienza è alla base anche del nostro progetto. Puoi dare un tablet o un computer a un bambino e andartene. Imparerà a usarlo da solo».
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro