Nei giorni in cui il Consiglio comunale di Torino costringe la Giunta a fare retromarcia sulle limitazioni alla circolazione dei diesel euro-3, Tallin – capitale dell’Estonia – rende gratuiti dal 1 gennaio i trasporti sui mezzi pubblici. Pur essendo coscienti delle diversità di cultura, numero di abitanti e quant’altro tra le due città, ciò che ci preme sottolineare sono le direzioni diverse che le politiche ambientali delle due aree stanno prendendo. Sono patrimonio comune delle sperimentazioni già adottate negli anni precedenti – e che continuano ad essere completamente rimosse – che la questione “smog” ci giochi nell’immediato sul fronte dei trasporti: la quota preponderante di inquinamento deriva dal traffico automobilistico. Bisogna quindi togliere dalla strada quante più automobili possibile. E se le automobili servono a permettere alle persone di spostarsi tra due luoghi diversi – che è davvero un diritto da tutelare – bisogna farcele andare in altro modo. Ad esempio tramite mezzi pubblici che siano economicamente convenienti. Non solo. Dal momento che la gran massa degli spostamenti avviene per motivi lavorativi, per la maggior parte fissi, bisognerebbe cercare di incentivare almeno questi. Tenendo conto che il biglietto del bus che il cittadino paga copre più o meno il 30% dei costi totali, non credo sia così difficile pensare a politiche complementari che riescano a coprire tale costo (senza ricordare che in un passato ormai lontano qualche tentativo in tal senso si era compiuto). Anche perchè a Tallin, nella prima settimana di bus libero, si è registrato un calo del 15% di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre con un aumento del 7% dell’uso del trasporto pubblico. Giusto per capire che invece di limitare per poche ore una fetta di territorio ridicola rispetto a quella di altre città italiane e farsi tritare politicamente dalle proprie stesse maggioranze politiche, bisognerebbe non aderire alla filosofia di vendere le aziende pubbliche di trasporto ma di pensarle come pubbliche e beni comuni. Prima di limitare, inoltre, bisogna rendere possibile in altro modo quello che si vuole vietare: spostarsi in maniera sostenibile.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Questa volta è davvero emergenza smog, a Pechino. I valori fatti registrare dalle centraline che misurano le polveri sottili (Pm 2,5) sono veramente percolosi attestandosi a circa 700 microgrammi per metro cubo. Tale valore è circa 14 volte superiore a quello considerato pericoloso per la salute umana e le autorità di Pechino hanno invitato la cittadinanza a restare a casa. La coltre fumogena pare stia provocando difficoltà anche alla circolazione stradale. Il futuro ci attende…
La sfida che ogni metropoli si ritrova ad affrontare è quella della diminuzione del consumumo di combustibili fossili con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria e della spesa energetica. A questo riguardo è riconosciuto che la pressione maggiore viene esercitata dall’uso privato delle automobili che la gran parte di noi giornalmente usa in maniera massiccia. Il dato è che oggi le nostre città e tutto il nostro sistema di vita sono disegnati in funzione dell’uso di questo mezzo. L’auto stessa rappresenta nella nostra economia urbana torinese un tassello molto importante, anche se molto meno rispetto al passato, e quindi la resistenza a modificare la nostra mobilità a favore di soluzioni che diminuiscano questo tipo di locomozione è grande. Il filone maggiormente in voga tra i nostri amministratori – a dire il vero trasversale a tutti gli schieramenti – rimane quello di pensare che nuove automobili con migliori prestazioni di consumo ed emissioni inquinanti ridotte risolveranno il problema. Sarà così? (altro…)
Lo smog sembra un argomento irrisovibile e le cronache di questi giorni certificano una sostanziale paralisi, almeno a Torino, dei progressi politici su questo fronte. Anche qui vige la consolidata prassi italiana: tutti pronti a favorire le misteriose misure strutturali senza nessuno che abbia il coraggio di attuarle. In sostanza quello che accade a livello nazionale si riversa anche localmente dove si è arrivati alla necessità di un governo tecnico perchè nessuno aveva il coraggio di farci assaggiare medicine che si prospettano amarissime. Inizia quindi una litania che ha aspetti sconcertanti, quali ad esempio la raccolta e lo studio delle migliori pratiche ambientali già applicate in altri territori. Chiaramente tutto ciò è una bufala di portata cosmica: da anni gli uffici tecnici delle amministrazioni producono rapporti, studi, comparazioni, misurazioni, simulazioni su questi argomenti che risultano nuovi solo per i decisori politici che non li conoscono e ne richiedono di nuovi, sperando di far passare i mesi invernali nell’attesa che l’anticiclone primaverile allenti la morsa dell’inquinamento, almeno apparentemente. (altro…)
Nel precedente mandato amministrativo della Provincia di Torino, avevamo predisposto un vero e proprio piano regolatore di area metropolitana per lo sviluppo della rete di teleriscaldamento. Per noi, lo sviluppo e l’armonizzazione delle reti di teleriscaldamento, rappresentava una di quelle “misure strutturali” che tutti invocano contro l’inquinamento atmosferico e di cui però nessuno ha idea. La nuova amministrazione comunale deve porsi l’obbiettivo di continuare e realizzare questo progetto, che deve trovare nel programma di centrosinistra un ruolo cardine come politica non solo ambientale ma di sviluppo anche economico e razionalizzazione delle risorse. (altro…)
In occasione del blocco del traffico odierno attuato a Torino e Milano, mi aspettavo qualche commento incisivo da parte dei candidati del centrosinistro alla carica di Sindaco. L’argomento è certamente spinoso e qualsiasi posizione venga assunta può trasformarsi in una perdita di consensi non gradita. Furbescamente il centrodestra adotta una tattica ben precisa mischiando il benaltrismo – ci sarebbe ben altro da fare come le non meglio chiarite azioni strutturate – al lasciar fare alle amministrazioni incassandone comunque i risultati: noi non siamo ‘accordo, ma se si vuole bloccare il traffico fate pure. (altro…)
Milano, 25 gen. (Adnkronos Salute) – I pediatri dicono sì alle domeniche a piedi come mezzo utile a ripulire l’aria delle città. Perché “anche se i blocchi del traffico possono essere considerati interventi ‘spot’, in realtà tutto quello che può ridurre i livelli di inquinanti contribuisce a diminuire i rischi per la salute”. Ed è un passo avanti verso l’obiettivo finale: “Creare un ambiente sempre più a misura di bimbo”. Questo il messaggio di Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), oggi in trasferta a Milano proprio mentre sotto la Madonnina – dopo 12 giorni consecutivi di polveri sottili a concentrazioni ‘fuorilegge’ – si discute la possibilità di un blocco totale del traffico domenica prossima. (altro…)
Sembrava non esistesse più ed invece fa ancora paura e costringe le amministrazioni all’impopolarità. Lo smog continua a dividere favorevoli e contrari a misure di limitazione del traffico, ma non fa dormire sonni tranquilli a sindaci e assessori che si ritrovano in questo inizio di 2011 a decidere il da farsi. Inizia Milano con il blocco delle Euro 0 benzina e Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 diesel dalle 00.00 alle 24.00 dal lunedì al venerdì su tutto il territorio comunale. Il Codacons riesce persino a proporre le targhe alterne, misura giudicata più equa ed efficace, nei mesi di gennaio e febbraio quando ci sono almeno 4 giorni consecutivi di smog elevato rilevando l’attesa di risultati efficaci con abbassamento di almeno il 20%. (altro…)