Gianluca Susta ha ricevuto una risposta molto importante alla sua interrogazione urgente rivolta al Parlamento Europeo sul deposito di stoccaggio di materiale radioattivo a Saluggia. In sostanza secondo la Commissione Europea ha affermato che le autorità italiane devono presentare alla Commissione il progetto relativo all’attivazione del deposito per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi denominato “D2″, affinchè stabilisca se le operazioni svolte siano suscettibili di provocare contaminazioni radioattive delle acque, del suolo o dello spazio aereo di un altro Stato membro, ed esprima quindi il proprio parere (art. 37 del trattato Euratom). Infine la stessa Commisione deve esprimersi verso gli Stati Membri con un proprio parere sugli investimenti in relazione a progetti riguardanti il nucleare, iquali devono essere comunicati almeno tre mesi prima della stipula dei contratti con i fornitori o tre mesi prima comunque dell’inizio dei lavori. Il problema nel caso i Saluggia sta nel non piccolo particolare che la Commissone almomento non ha ricevuto alcuna comunicazone del progetto del deposito nucleare D2 della Sogin a Saluggia, e questo non è accettabile per la prosecuzione dei lavori. Soprattutto a Saluggia, area certamente già sottoposta ad inquinamento nucleare.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro