Pubblicato il Rapporto Comuni Rinnovabili 2012 di Legambiente che descrive il nuovo scenario delle fonti rinnovabili ormai in grado di coprire più del 25% del fabbisogno elettrico e oltre il 14% di quelli complessivi del nostro Paese.
La prima grande novità è quella di una generazione sempre più distribuita: oltre 400mila impianti di grande e piccola taglia, diffusi ormai nel 95% dei Comuni italiani, da nord a sud, dalle aree interne ai grandi centri e con un interessante e articolato mix di produ- zione da fonti differenti. E’ qualcosa di mai visto, che ribalta completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti, agli oligopoli. Il tutto in un periodo di indubbia crisi economica.
Nel 2011 in Italia la produzione da energie pulite ha superato il 26% di contributo per i consumi elettrici e il 14% di quelli complessivi. Dal 2000 ad oggi 32 TWh da fonti rinnovabili si sono aggiunti al contributo dei “vecchi” impianti idroelettrici e geotermici. La progressione nella crescita di questi dati è costante da anni e sta a dimo- strare come gli impianti oggi siano sempre più affidabili e competitivi.
La novità forse più interessante sta proprio nei percorsi diversi di sviluppo degli impianti descritti sulle mappe dell’Italia, proprio perché differenti sono le risorse presenti e le possibilità di valorizzazione. Decine di migliaia di impianti installati negli ultimi anni – piccoli, grandi, da fonti diverse – e i tanti progetti in corso di realizzazione, stanno dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita, in uno scenario che cambia completamente rispetto al modo tradizionale di guardare all’energia e al rapporto con il territorio.
Il Rapporto descrive questi cambiamenti mettendo in luce soprattutto un dato: la capacità di questi impianti di produrre energia in rapporto ai consumi, in particolare delle famiglie. Per far capire come il contributo di questi impianti sia fondamentale nel rispondere direttamente alla domanda elettrica di case, aziende, utenze, perché essi accorciano la rete e si integrano con altri impianti efficienti. Grazie a questi cambiamenti, insieme a quelli sull’efficienza energetica, il bilancio energetico italiano non solo sta diventando più pulito e meno dipendente dall’estero, ma anche più moderno perché distribuito sul territorio.