In Francia almeno ci tentano. Se vi foste capitato di percorrere un’autostrada almeno nel tratto che va dal Frejus a Lione nei giorni scorsi ( ma anche a Parigi, Strasburgo o Lilla), avreste guardato con sorpresa gli avvertimenti puntuali con cui vi si avvertiva dell’obbligo di moderare la vostra velocità di almeno 20 Km/h a causa dell’inquinamento. E non era un consiglio ma un vero e proprio obbligo. Se poi accendevate la radio, potevate ascoltare diverse discussioni sui diversi problemi legati alla qualità dell’aria, con una puntuta e costante sottolineatura sui danni sanitari della polluzione atmosferica. Oltre all’annuncio che a Parigi si sarebbe circolato in regime di targhe alterne e con altre misure innovative come la possibilità per i residenti di usufruire gratuitamente per tutto il periodo necessario dell’uso delle biciclette del bike sharing e delle vetture del car sharing ovvero del Vélib e Autolib. La formula prevede per le biciclette la gratuità per il ticket da 1 giorno, mentre le autovetture saranno gratuite per la prima ora per tutti gli abbonati. Le stesse autorità hanno infine puntato molto, per arginare il picco maligno di inquinanti, sul trasporto pubblico, rendendosi disponibili a concedere l’uso gratuito dei mezzi pubblici E non solo. Durante l’unico confronto tra le candidate per la poltrona di sindaco a Parigi, i toni si sono immediatamente accesi sulle misure da prendere contro l’inquinamento della ville lumiere con uno scontro consumatosi per un tempo certamente molto significativo rispetto ad altri argomenti. La morale è che almeno oltralpe se ne parla, mentre a livello nostrano, con percentuali di inquinamento più alte, l’argomento è ormai derubricato a problema irrisolvibile o comunque poco interessante per migliorare la qualità di vita dei cittadini del Bel Paese. Insomma, almeno là se ne parla, anche appasionatamente, mentre da noi certi aspetti della qualità della vita sono trattati con un certo fastidio…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
L’Italia è stata deferita alla Corte Europea per il mancato rispetto delle norme a tutela della qualità dell’aria insieme a Cipro, Portogallo e Spagna. La Commissione europea, su raccomandazione del commissario per l’ambiente Janez Potocnik, ha quindi deciso di ricorrere alla Corte di Giustizia. L’azione è stata giustificata dal ancato adeguamento alla Direttiva 2008/50/CE a cui bisognava adeguarsi in verità nel 2005, ma con possibilità di essere esentati dall’obbligo dei termini per quanto riguarda le PM10 fino a giugno 2011.
Guardando qua e là nella letteratura scientifica, mi sono imbattuto in uno studio molto particolare condotto sull’impatto dei cambiamenti della qualità dell’aria riguardo al salute. Lo studio descriveva gli effetti che si sono manifestati durante le Olimpiadi di Atlanta del 1996, in occasione della quale venne chiuo al traffico il centro della città per 17 giorni. Il parametro studiato era la frequenza di attacchi di asma dei bambini nelle settimane precedenti e successive alla chiusura. In estate, come non tutti sanno, il pericolo dell’inquinamento prodotto dai nostri veicoli è legato ai livelli dell’ozono che sono legati all’inquinamento, appunto, dei nostri veicoli. I risultati sono stati chiari nell’associare i diminuiti livelli di ozono verificatisi con il blocco della circolazione nel centro cittadino ad una significativa riduzione degli attacchi d’asma dei bambini (1). A meno che le Olimpiadi, di per se stesse, favoriscano la diminuzione degli attacchi d’asma.
(1) Friedman MS, Powell KE, Hutwagner L, Graham LM, Teague WG. Impact of changes in transportation and commuting behaviors during the 1996 Summer Olympic Games in Atlanta on air quality and child- hood asthma. JAMA 2001; 285: 897-905