Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Il Manifesto di Torino. Rinascimento Progressista

(…) Il 2013 è un anno cruciale per l’Europa progressista. Dopo le vittorie dei socialisti in Slovacchia, Francia e Romania nel 2012, le elezioni in Italia e Germania potrebbero cambiare gli equilibri in seno al Consiglio europeo, aprendo la strada a una maggioranza progressista dopo le elezioni europee del 2014. La dichiarazione di Parigi e il lancio dell’iniziativa “Renaissance for Europe” nel marzo 2012 si sono concentrate sulla necessità di andare oltre le politiche di austerità, delineando i tratti di un nuovo e più equilibrato corso per un’Europa basata su stabilità, crescita e solidarietà. A Torino vogliamo elaborare la nostra visione dell’Europa politica: una Unione della democrazia basata su una sovranità condivisa, che costituisce la condizione essenziale per affrontare la crisi e per restituire potere ai cittadini e fiducia nel progetto europeo. Ciò che vogliamo realizzare è una Unione di progresso e prosperità per tutti, con un forte mandato da parte dei cittadini europei. (…)

Qui il testo del Manifesto di Torino su ItalianiEuropei

Progressisti, anche in tempi di crisi.

Esiste una storia a mio avviso esemplare per capire come funzionano i progressisti ed è quella di William Beveridge il quale venne chiamato da Winston Churchill a elaborare una riforma delle assicurazioni sociali e finì per costruire un progetto che ha fondato il moderno stato sociale, la sanità garantita come bene pubblico e ha innovato i metodi dell’intervento statale nell’economia e nella società. Beveridge non era certo classificabile come un progressista, quanto come un liberale inglese vecchio stampo, anche se certamente una svolta profonda nella sua vita fu l’amicizia che strinse con i coniugi Webb – fondatori della London School of Economics ma soprattutto animatori della società fabiana. La questione  per noi ora interessante non è “cosa” scrisse e fece Beveridge, ma in realtà “quando” lo fece, fatto che sembra dimenticato. Il lavoro della Commissione Beveridge si sviluppò tra il luglio del 1941 ed il dicembre 1942, datain cui fu pubblicato il celebre Rapporto. Nel mezzo di uno sforzo bellico senza precedenti, in una Gran Bretagna certamente in difficoltà e in cui il sistema delle assicurazioni pubbliche, l’organizzazione sanitaria e la riforma dei servizi sociali non erano esattamente al centro delle preoccupazioni del governo. Oggi, in tempi certamente difficili, il mantra che sentiamo sempre più spesso è “non si può fare” oppure “non esistono le condizioni per farlo”. La domanda è se nel 1942 di Beveridge e Churchill esistessero le condizioni economiche, politiche, sociali, internazionali per fare tutto ciò che fecero: l’odierno stato sociale. La politica che costruisce il progresso non riconosce periodi in cui non esistano le condizioni per essere promossa. Non avventurarsi verso il progresso, perchè tutto intorno sembra che non ne esistano le possibilità, è semplicemente una ragnatela mentale da conservatore.

Noi progressisti

Noi siamo progressisti perchè grazie alle idee di progresso la nostra vita è migliorata. La storia di molti di noi ne è la testimonianza: la messa in pratica degli ideali progressisti ha reso possibile migliorare le nostre condizioni rispetto a quelle di partenza.

Oggi queste idee necessitano di essere riaffermate e rinnovate per le sfide che abbiamo davanti.  Per far questo è necessario riconoscerci e trovare spazi comuni in cui discutere e soprattutto rendere vivo lo spirito progressista. Cioè agire.

I valori progressisti in sè sono senza tempo e sono gli stessi che hanno ispirato le battaglie dei lavoratori, uomini e donne contro i privilegi ed il potere. Sono valori che privilegiano l’interesse generale a scapito dei ristretti interessi particolari; che garantiscono la piena uguaglianza politica e che auspicano una soluzione collettiva ai cambiamenti globali.

Ma devono essere nuovamente tradotti nella lingua del tempo in cui viviamo.

Non tutti i problemi sono uguali, ma i problemi più sentiti vengono sistematicamente ignorati a ogni livello.

Noi crediamo che sia necessario cambiare e accedere al processo decisionale in tutti i suoi gradi: la nascita di un problema, il suo ingresso nell’agenda politica, la formulazione di proposte e l’adozione di programmi chiari, l’attuazione di questi programmi, la valutazione dei risultati dell’intervento.

Pensiamo sia vitale cogliere il cambiamento e farlo funzionare per il bene di tutti. Dare la possibilità alle persone di partecipare, di essere remunerata per il lavoro che fa. Riaffermare la tolleranza.

Risolvere una questione centrale: stabilire se gli individui debbano servire un sistema, di governo o economico, o se un sistema, di governo o economico debba esistere per servire le persone.

Rinnovare il movimento progressista e portarlo nel XXI secolo è il nostro obbiettivo: stabilendo una nuova agenda politica;

elaborando una strategia per la crescita e le opportunità;

promuovendo l’ innovazione e la mobilità economica;

facendo progredire una nuova opportunità energetica ed ambientale;

facilitando l’accesso ad una educazione efficace;

ristabilendo nuovi obbiettivi di sicurezza sociale;

promuovendo i diritti umani e civili;

costruendo i prossimi laeder progressisti.

La nostra volontà è quella di sviluppare nuove idee, portare una critica serrata alle politiche che discendono da valori conservatori e definire l’agenda politica locale e nazionale portando in primo piano i temi che realmente interessano le persone.

Come progressisti crediamo che esistano ancora le condizioni per fare della nostra terra un luogo di opportunità immense, dove le persone possano migliorare la propria condizione, quella della propria famiglia e comunità attraverso un’educazione disponibile per tutti ed efficace, il lavoro duro e la libertà.

Attraverso il dialogo aperto studiamo le questioni vitali, elaboriamo un punto di vista e quindi lo ampliamo su quella base creando nuove idee più audaci.

Noi vogliamo definire l’agenda del dibattito. Condiviamo il nostro punto di vista con qualsiasi persona che voglia mettere in pratica idee di progresso e costruire cambiamenti positivi. Questo dovrà accadere in ogni ambito: nei luoghi di lavoro, nelle università, nelle comunità.

Progressisti sono coloro che sono sufficientemente idealisti per creare il cambiamento e sufficientemente pratici per ottenerlo.

Le parole dei progressisti sulla salute.

Nel momento in cui il Presidente della Regione Piemonte ha annunciato di voler mettere mano alla questione sanitaria, credo sia giusto ricordare a tutti noi alcune parole che i progressisti dovrebbero rilanciare in maniera forte e netta. La prima è che il bilancio delle spese sanitarie non rappresenta un fine, ma un semplice vincolo e tale deve rimanere. La seconda è che continuano ad esistere diseguaglianze di salute che possono essere sicuramente abbattute: le diseguaglianze di salute non sono degli ineluttabili destini, ma possono e devono essere superate. La terza è ricordare che ogni sistema sanitario deve recuperare salute e tutte le morti evitabili. Esiste una sacca di miglioramento a cui si può attingere immediatamente e senza costi aggiuntivi. Questi sì, sono fini che devono essere perseguiti  come prioritari e sono alcune parole che solo i progressisti possono, con tenacia, rendere vive.