Nuove evidenze scientifiche hanno correlato la presenza di smog con il basso peso alla nascita. Attraverso uno studio internazionale, davvero considerevole per l’estensione della popolazione esaminata, pubblicato su “Environmental Health Perspectives” dal titolo “Particulate matter exposure during pregnancy is associated with birth weight, but not gestational age, 1962-1992: a cohort study”, all’aumento dei valori di inquinamento si assisterebbe ad un maggior rischio di nascite con basso peso statisticamente significativo. Il basso peso alla nascita, detto in termini semplici, è da tempo collegato ad anomalie del successivo sviluppo del bambino oltre ad un aumentato rischio di morte in giovane età e aumento delle malattie croniche. Lo studio prende in considerazione l’inquinamento da polveri sottili proveniente da scarichi di autoveicoli, industrie e centrali a carbone, soprattutto confrontando il famigerato particolato Pm10 e Pm 2.5 segnalando i diversi scostamenti di impatto sulla salute con intervalli di aumento di 10 microgrammi alla volta. Lo studio è stato compiuto su oltre 3 milioni di bambini di 14 siti tra Gran Bretagna, Asia, Continente americano e Australia. Prendere in considerazione le sempre maggiori evidenze scientifiche da parte delle popolazioni sugli impatti di salute è, oggi, ancora più importante nel nostro Paese dove tale discussione sembra arenarsi solo sull’impatto economico della chiusura di porzioni del territorio sulle attività commerciali o sulla necessità di cambiare l’auto. L’arma del voto dovrebbe essere puntata sempre più sulla politica che continua a deviare o ignorare questi dati, anche in considerazione degli impatti sulle risorse sanitarie che saranno inevitabilmente spese nei prossimi anni per correre ai ripari su guai che potevamo evitare prima. Con un pizzico di maggiore buona volontà e sana informazione
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
L’Italia è stata deferita alla Corte Europea per il mancato rispetto delle norme a tutela della qualità dell’aria insieme a Cipro, Portogallo e Spagna. La Commissione europea, su raccomandazione del commissario per l’ambiente Janez Potocnik, ha quindi deciso di ricorrere alla Corte di Giustizia. L’azione è stata giustificata dal ancato adeguamento alla Direttiva 2008/50/CE a cui bisognava adeguarsi in verità nel 2005, ma con possibilità di essere esentati dall’obbligo dei termini per quanto riguarda le PM10 fino a giugno 2011.