(via Italia Futura) Oggi i rappresentanti di sette diverse organizzazioni culturali, sociali e politiche – tra cui Italia Futura – espongono al governo UE i motivi per cui il regime di apartheid fra protetti e non protetti che caratterizza il tessuto produttivo italiano deve considerarsi incompatibile con l’ordinamento comunitario.
Tutti a tempo indeterminato, a tutti le protezioni essenziali, ma nessuno inamovibile; e a chi perde il posto un robusto sostegno economico e investimento sulla sua professionalità, in funzione della rioccupazione più rapida possibile. Di tutto questo nella manovra-bis varata con il decreto-legge di Ferragosto non si trova nulla. L’obiettivo della nostra iniziativa è costringere il Governo e il Parlamento italiani a ridisegnare un diritto del lavoro capace di applicarsi veramente ad almeno 18 milioni e mezzo di lavoratori sostanzialmente dipendenti, e non soltanto a 9 milioni, come accade oggi. (altro…)