Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Giovani precari italiani

Questa settimana l’Economist ha pubblicato dei dati da far rabbrividire chiunque avesse un po’ di senso del bene pubblico, di senso del futuro. Non solo la disoccupazione giovanile in Italia è ai massimi storici, a circa il 30%. Non solo i giovani e gli adulti non anziani hanno in maggioranza un lavoro precario e sono i primi a esser licenziati in qualsiasi azienda pubblica o privata. La conseguenza terrificante di questo processo è che l’Italia è il paese dell’OCSE con il maggior numero di giovani tra i 15 e i 24 anni che non fanno nulla, i cosiddetti “scoraggiati”

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Il contratto a tutele crescenti davanti all’Europa

(via Italia Futura) Oggi i rappresentanti di sette diverse organizzazioni culturali, sociali e politiche – tra cui Italia Futura – espongono al governo UE i motivi per cui il regime di apartheid fra protetti e non protetti che caratterizza il tessuto produttivo italiano deve considerarsi incompatibile con l’ordinamento comunitario.

Tutti a tempo indeterminato, a tutti le protezioni essenziali, ma nessuno inamovibile; e a chi perde il posto un robusto sostegno economico e investimento sulla sua professionalità, in funzione della rioccupazione più rapida possibile. Di tutto questo nella manovra-bis varata con il decreto-legge di Ferragosto non si trova nulla. L’obiettivo della nostra iniziativa è costringere il Governo e il Parlamento italiani a ridisegnare un diritto del lavoro capace di applicarsi veramente ad almeno 18 milioni e mezzo di lavoratori sostanzialmente dipendenti, e non soltanto a 9 milioni, come accade oggi. (altro…)

Piemonte al Centro: più Europa per uscire dalla crisi

Piemonte al Centro inizia la sua attività con un evento pubblico che si terrà Giovedì 22 Settembre presso l’Hotel Ambasciatori in C. Vittorio Emanuele II 104 a partire dalle ore 18.00. Coordinato dall’europarlamentare Gianluca Susta, l’evento vedrà gli interventi del Sen. Nicola Rossi che ha presentato gli emendamenti alla finanziaria ed elaborato la “contromanovra” di Italia Futura; del Prof. Luca Ricolfi sociologo ed editorialista politico, di Carlo Calenda collaboratore di Luca di Montezemolo e presente nel board di Italia Futura. Piemonte al Centro, associazione politica facente parte della rete di Verso Nord ispirata da Massimo Cacciari e in stretta colaborazione con Italia Futura, si inserisce quindi nel dibattito politico-economico con proposte ancorate alla dimensione europea, ineludibile come continuamente segnalato dagli osservatori politici di diversa scuola e tendenza politica e mantenendosi particolarmente vigile alle ripercussioni sul nostro territorio delle diverse soluzioni dibattute.  Porterà il suo saluto Piero Fassino, Sindaco della Città di Torino.

Parte Piemonte al Centro

Si sono costituiti ieri i comitati promotori di Piemonte al Centro, movimento politico e culturale che ha sede in via San Secondo 7bis a Torino.

Piemonte al Centro si organizza innanzitutto per sconfiggere la Destra di governo irrispettosa dei più elementari principi liberali e costituzionali oltre che incapace di affrontare i problemi concreti del Paese. Vuole anche lanciare una sfida all’attuale Sinistra per costruire un’alternativa credibile, affidabile e praticabile a chi oggi governa.

Come dice il nome, questa associazione vuole riportare la politica “al centro” dell’attenzione civile dell’Italia e si sente vicina alle analisi culturali e alle proposte politiche che stanno maturando, grazie al lavoro di altre associazioni come Verso Nord e soprattutto Italia Futura.

Il primo appuntamento che Piemonte al Centro dà ai cittadini è il convegno “Più Europa per uscire dalla crisi”. Che si terrà giovedì 22 settembre (ore 18,30) nel salone dell’Hotel Ambasciatori di Torino.

Interverranno il senatore Nicola Rossi, economista, il professor Luca Ricolfi (editorialista La Stampa), Carlo Calenda, manager, braccio destro di Luca Cordero di Montezemolo in Italia Futura.

(comunicato Stampa)

Piemonte al Centro e la nuova politica

Se osserviamo meglio cosa sta accadendo nel nostro Paese, salta immediatamente all’occhio un vizio di fondo che ci accompagna da diversi anni: siamo il Paese dei “contentini”. Non solo la pratica politica, ma lo stesso tessuto della nostra vita sociale è ricavato dalla possibilità che la “corporazione” a cui apparteniamo, qualunque essa sia – imprenditoriale, professionale, di pubblica amministrazione, di lavoro dipendente – possa ottenere qualche vantaggio in più rispetto a quella vicina. Non esistono politiche pubbliche dotate di una visione generale, ma tutto un sistema di privilegi particolari, limitazioni, esenzioni o possibilità di elusioni che ogni fascia sociale cerca di ottenere per sè e di non estendere ad altri: la lotta, insomma, per avere una parte del dolce possibilmente più grande di quella del vicino. (altro…)