Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il piano sanitario della Regione Piemonte recentemente approvato dalla Giunta di centrodestra. La ragione dello stop sembra da imputarsi alla mancata copertura finanziaria. L’impianto della nuova organizzazione con la creazione delle sei Federazioni sanitarie, non convince quindi il governo dei tecnici orientato a non considerare sufficienti le fonti di risparmio che erano state pubblicizzate dal governatore Cota e dall’Assessore Monferino.Se comunque il Governatore si mostra tranquillo, Mercedes Bresso va all’attacco sottolineando come l’allarme sul rischio dell’aumento dei costi non fosse una semplice fantasia dell’opposizione, ma una drammatica realtà. “Se si aggiunge -prosegue l’ex presidente – il fatto di avere approvato un Bilancio 2012 affidato all’irresponsabilita’ di chi l’ha redatto, il quadro complessivo del Piemonte e’ molto preoccupante”. ”Se il piano sanitario era la principale riforma di questa maggioranza -conclude Bresso- c’e’ da augurarsi che la smettano presto di fare danni”. In parole povere, i tecnici di Palazzo Chigi bocciano sonoramente il tecnico “padano”: non è un buon momento per il Piemonte, al verde anche di capacità contabili.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Tanto rumore per nulla. La riformetta della sanità varata oggi dalla Regione Piemonte si conclude con un nulla di fatto e completamente svuotata dai proclami che il Presidente Cota aveva tuonato dalla campagna elettorale in poi. Nella sostanza vengono istituite le sei Federazioni sanitarie anch’esse svuotate dagli iniziali compiti annunciati e configurandosi, in realtà, come sei nuovi posti, immaginiamo profumatamente remunerati, che aumenterenno i “commis” regionali e di cui non si sentiva la mancanza: un nuovo livello intermedio in un’epoca in cui l’amministrazione tenta invece di semplificarsi. Staremo a vedere cosa succederà con il nuovo piano sanitario, ma non ci aspettiamo grandi modificazioni dell’attuale assetto sanitario. Vedremo.
Preoccupazione: questo è il sentimento che sta percorrendo ospedali, ambulatori, pronto soccorsi o comunque chi lavora in sanità. E di motivi certamente ce ne sono diversi. Dapprima la sensazione che non esista un vero timoniere nelle questioni che riguardano la salute con visione sul futuro allegata. Divisioni partitiche all’interno della maggioranza tra Enzo Ghigo che attacca il vertice leghista, divisioni tra l’Assessore di riferimento Caterina Ferrero (Pdl) e il Direttore dell’Aress Zanon (Lega nord) conditi dal Direttore Generale dell’Assessorato Monferino che sembra giocare una partita in proprio senza padrini o padroni. (altro…)
E dire che non sono nemmeno partito prevenuto. Partire, nel governo della salute, da presupposti diversi poteva anche diventare un momento di confronto e di crescita, il momento in cui diversi modi di vedere si confrontavano e potevano misurarsi, a volte anche compenetrarsi, mescolarsi e magari arrivare ad una buona sintesi. Ma purtroppo ci ha pensato la dura realtà a riportarmi indietro. E la dura realtà è il documento “Il cittadino al centro della sanità” che è stato recentemente presentato dal Pesidente della Regione Piemonte, dal suo Assessore alla Sanità ed altri. Un vero bagno di nulla, ma con accenti pericolosi, dove la salute è stata dimenticata non si sa dove e si tenta di fare i nipotini di Peter Drucker senza però avere lo stesso acume del fondatore del management moderno. (altro…)