Per chi non se ne fosse avveduto, stiamo assistendo ad una grandiosa melina sulla legge elettorale per non dover andare ad elezioni anticipate. Pd e Pdl non hanno nessun interesse né a mollare un sistema che garantisce una composizione sicura delle fila parlamentari, né a correre al voto presentando coalizioni che non sono ancora pronte nei fatti. Lo stesso Berlusconi sta lavorando alla formazione di una nuova offerta politica ed ha bisogno di tempo per metterla in carreggiata e tentare di riprendere quanti più voti possibile. Dall’altra parte, malgrado la vittoria sembra a portata di mano, Bersani non ha certamente ancora “coagulato” una maggioranza in grado di portare fuori dalla tempesta senza particolari turbolenze. Oltre al fatto che l’avvicinarsi all’orizzonte di nuovi gruppi politici “centristi” – leggi i vari Giannino, Montezemolo o Passera – necessita un sistema in grado di smorzare la loro capacità di interdizione, riconducendoli all’obbligo di cercare alleanze nelle diverse coalizioni, pena l’emarginazione politica. E cosa meglio del “porcellum”?
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Iniziano i primi “scossoni” della nuova geografia politica del dopo Berlusconi. In Piemonte, infatti, la componente del Pdl che fa capo ad Angelo Burzi, Vito Bonsignore e Maria Teresa Armosino colpisce di slancio la palla lanciata da Maroni e dichiara che: “ tra noi e la Lega si apre una pagina biancae, a partire dagli equilibri della coalizione che governa il Piemonte, vanno riscritte le regole d’ingaggio”, come riportato dal sito web Lo Spiffero. Lo smarcamento della Lega a livello nazionale non poteva infatti che ripercuotersi a livello di governo locale, soprattutto nei contesti dove il Pdl si sente mancare il terreno sotto i piedi e reclama una nuova azione rianimatoria. Al di là del caso specifico, in Piemonte si sta servendo l’antipasto di quella che sarà la discussione nei prossimi tempi a livello locale tra due alleati che oggi ritengono la stretta collaborazione durata quasi un ventennio un motivo che impedisce la crescita dei rispettivi movimenti. Uno dei primi effetti del costituendo Governo Monti inizia quindi a manifestarsi: quello della scomposizione dei poli così come sono stati costruiti negli ultimi quindici anni. Per noi, come Piemonte al Centro-Verso Nord, è la conferma di un’analisi che sosteniamo da tempo e che vede, oltre alla scomposizione dei poli, anche la liquefazione dello schema destra/centro/sinistra che oggi non possiede più una capacità di lettura della realtà, nè la forza delle proposte politiche.