Per carità: sempre armi sono. Però il fatto che nel Partito Democratico si faccia avanti l’idea che gli F35 rappresentino una spesa, diciamo così, “incongrua” e che forse sarebbe più razionale puntare sugli “Eurofighter” con un risparmio di 1 miliardo all’anno non è da buttare nel cestino. E forse bisognerebbe sostenere questa scelta che le Commissioni parlamentari stanno prendendo in considerazione, rafforzando una presa di posizione del gruppo PD a favore dell’ipotesi Eurofighter. Per conoscere meglio la questione può essere utile questo articolo di “Repubblica”.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Il Professore ci ripensa e andrà domenica ai gazebo per le primarie del Pd. Romano Prodi decide di mettersi in coda con tutte le persone che vogliono dare un segnale di cambiamento dichiarando la necessità di partecipare alla difesa del bipolarismo dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul “Porcellum”. Per senso di dovere, ma anche di affetto per la sua creatura, fanno sapere ambienti vicini all’ex Premier. Senza sbottonarsi, però, su chi catturerà la sua preferenza, anche se sembra di capire che la scelta se la giocheranno Civati e Renzi e non Cuperlo, considerato dai suoi troppo vicino a coloro che affossarono la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica.
Una fondamentale riflessione di Alfredo Reichlin per capire di cosa abbiamo bisogno (qui il testo completo)
Le vecchie dispute sul Partito non servono. Sono le cose nuove del mondo che ci chiedono un partito grande e diverso. Io penso che abbiamo bisogno di un partito «largo», come del resto il Pd venne concepito, un partito dove convivono e si confrontano tra loro esperienze e culture diverse. Ma non un semplice contenitore di giochi politici, bensì una comunità umana che possa essere abitata anche dalle classi subalterne, cosa che non è oggi. Per soggetto politico, questo intendo: un luogo dove si elabora una visione del futuro, un progetto. E quindi dove si forma quel coagulo di forze, di intelligenze e di valori capaci di condizionare la vita sociale e morale di tutti gli italiani. Il tema del partito è inseparabile dal tema dell`Italia dal momento che l`Italia è posta di fronte alla sfida di ridefinire la sua vecchia identità nazionale. Ed è esattamente ciò che chiede un nuovo pensiero politico e una nuova soggettività (qualcosa di più che dimezzare il numero dei parlamentari: cosa ottima).
Mi è capitato di vedere uno dei video della campagna elettorale del Partito Democratico per le prossime elezioni. Poi ho visto questo video di Obama e ho capito che cos’è veramente la politica: quella seria, che ti fa alzare dalla sedia, che ha il coraggio che non ti aspetteresti. Insomma, il coraggio delle idee che, come dice il Poeta, “uno non se lo può dare”…
Irritante. Almeno per me. Pare che esistano una serie di “golden sherpa” del Pd che stanno trattando con Monti e Casini sul post elezioni. Per carità, la politica è fatta anche di questo ma è innegabile che le solite trame, accordi, inciuci della solita politica con le solite “personalità” rimanga un fatto irritante. Perchè non si esce dal solito schema della trama, della zona grigia inconfessabile e inconfessata, del fare la politica in maniera nascosta quando basterebbe che tutto questo venisse fatto alla luce del sole, argomentandolo in maniera chiara, politica, senza sotterfugi, spiegando il perchè e il percome di questa “realpolitik”. I cittadini, sono sicuro, riuscirebbero anche a comprenderlo, forse anche a giustificarlo. Ma in questo modo no: non è corretto, non è moderno, non è coerente, non è democratico. Insomma, irritante.
Dove e come deve vincere il centrosinistra per ottenere la maggioranza in Senato? Claudio Cerasa ci propone un’interessante tabella degli analisti della Barclays dove si dimostra che la perdita della Lombardia e di una regione a scelta tra Veneto e Sicilia sarebbe esiziale. Interessante è anche la stima accurata dei seggi nelle diverse regioni.
I commensali milanesi di Matteo Renzi hanno svelato uno dei temi che da anni sono posti alla sinistra italiana – se non continentale-. La domanda è semplice: può la sinistra governare il Paese mantenendosi autonoma dai poteri finanziari forti? Non abbiamo, a dire il vero, una risposta chiara e programmatica del candidato gigliato, perchè programma vero non c’è. Ma i riti, i comportamenti da prima repubblica con cene a porte chiuse, il fundraising poco trasparente di quella serata, ci inducono a pensare che per il nostro di cui sopra sia necessario parlarsi fitto e fuori da orecchie indiscrete con quel tipo di potere. No, è comunque necessaria una Santa “Allianz” con un diverso atteggiamento privilegiato. I voti però, in politica, valgono uno per ogni testa ed è utile che vengano raccolti alla luce del sole, magari facendo in modo di non dover dire troppi grazie se si arriva al traguardo per primi.
Sulla questione degli eventuali votanti di centrodestra alle primarie del centrosinistra, basterebbe capire qual è il tasso di ispirazione al sistema americano. Sì, perchè i maggiori praticanti del sistema di scelta del candidato attraverso elezioni preventive sono, appunto, gli americani. Innanzitutto il sistema di registrazione ad albi di elettori democratici o repubblicani non è presente in tutti gli Stati dell’Unione. Ma soprattutto, giusto per trasparenza, esistono da sempre elettori di uno schieramento che si organizzano e votano per il candidato dell’altro Partito. Così nessuno si scandalizza più di tanto se esistono gruppi organizzati come ad esempio quelli del “Republicans for Obama” e viceversa. Certamente ogni popolo possiede una storia a sè ma non sarebbe neppure un male capire cosa succede da chi ha un’esperienza ormai centenaria, visto che richiamiamo quelle stesse esperienze quando ci fa comodo.
Il Partito Democratico propone l’introduzione di una “patrimoniale”. Bene, sono personalmente d’accordo. Ma dall’enunciazione alla pratica ne corre. Così, per non rimanere delusi dopo, bisognerebbe anche capire come farla. Non sto parlando di cifre, di linee guida su cui costruire una sorta di prelievo “equo”, di pratiche ragionieristiche. Semplicemente, per fare una patrimoniale in tempi certi, bisognerebbe avere un’anagrafe dei patrimoni aggiornata e sufficientemente complete ed attendibili. Oggi questa 2anagrafe” non esiste e quindi l’eventuale “patrimoniale” rimarrebbe un pio desiderio. Allora, per far capire che si fa sul serio in caso prevalesse alle prossime politiche la “versione” di Bersani, bisognerebbe iniziare a costruirla con un semplice atto legislativo del Parlamento che non credo proprio costerebbe granchè. Dal momento che non costa e che oggi esiste una maggioranza di cui fa parte lo stesso Bersani, giusto per non creare aspettative irrealizzabili, soprattutto nei tempi, si agisca di conseguenza. E gli elettori, sicuramente, gradiranno. Molto.