Fabrizio Barca e Matteo Renzi rappresentano due importanti segnali dentro e fuori il Partito Democratico. Certamente positivi per la vitalità e la voglia di investire risorse intellettuali e di credibilità in un progetto politico che mantiene caratteristiche di democraticità e partecipazione, prodotti assai poco rappresentati nel dibattito politico attuali. Fatto d’altronde segnalato dalla stessa risposta che l’opinione pubblica, non solo di sinistra, sta facendo registrare attraverso i diversi commenti che si stanno facendo strada nel chiacchiericcio mediatico. Ci sarà tempo per analizzare meglio le due possibilità che, pur fronteggiandosi secondo alcuni, non mi appaiono in contraddizione tra loro. Il risultato finale che mi preme invece sottolineare è comunque un altro: il Partito Democratico attraverso queste due suggestioni non sarà, tra poco tempo, lo stesso che abbiamo conosciuto. Entrambe le ipotesi presentate da Barca e Renzi costituiscono una vera e propria discontinuità con l’attuale mainstream del Pd, con il suo passato anche recente per certi versi troppo contiguo alle leve del potere dello Stato. Due “notizie” che non potranno essere ignorate, soprattutto dalle élite che si sentono minacciate
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Il Partito democratico, attraverso il proprio Presidente Rosy Bindi, è riuscito a darci una nuova motivazione per non esserne sostenitori. Nel bel mezzo delle polemiche che hanno messo nel mirino le esenzioni fiscali della Chiesa, la Presidente si dichiarata indisponibile ad appoggiare un eventuale emendamento per l’introduzione del pagamento dell’ICI sul patrimonio vaticano. (altro…)
La sanità piemontese in mostra oggi sulle pagine dei giornali. Da una parte il Prof. Fronda, Direttore della Chirurgia delle Molinette, denuncia che con il blocco previsto dalla Giunta Cota nei prossimi mesi dovrà ridurre posti letto ed interventi per mancanza di personale. Dall’altra il consigliere del Presidente della Regione arruola 13 nomi illustri della sanità piemontese per intervenire su altrettante aree sanitarie dall’emergenza per infartuati, alla rete per gli ictus peraltro già avviata dalla precedente amministrazione. In mezzo a tutto questo il silenzio dell’opposizione tutta, che non si scandalizza del fatto che si crei una struttura aristocratica medica che deciderà al di là della normale dialettica democratica e scientifica e che lascia senza colpo ferire che sia attivato un vero e proprio razionamento delle prestazioni sanitarie a ridosso dell’estate, momento certamente critico come ben sanno i medici che lavorano negli ospedali e ambulatori. Fare una seria opposizione in Regione significa anche incalzare i decisori politici sul fatto che esistono priorità che vanno affrontate con professionalità e che la prima cosa da osservare è come l’amministrazione possa favorire il lavoro dei medici. Perchè i medici sanno lavorare, si organizzano in società scientifiche che elaborano linee guida, costruiscono modalità di gestione attraverso la discussione ed il consenso dei propri aderenti e hanno da molti anni rifiutato nello svolgere la loro professione tipi di organizzazione a sfondo paternalistico, come sembra voler invece costruire la nuova Giunta Regionale. Questo è infatti il modello di sanità che sta muovendo i primi passi in Piemonte: un paternalismo che non coinvolge più solamente i pazienti, ma anche i medici delle strutture sanitarie: un ritorno indietro nel tempo contro ogni forma di organizzazione sanitaria moderna. Il tutto condito dal completo silenzio dell’Assessore Regionale alla Sanità che dovrebbe essere lo “specialista della materia. Se verrà qualcosa di buono saremo certamente favorevoli ad applicarla senza dubbi, ma la politica che entra nella Medicina dalla porta di servizio attraverso i proconsoli diventa certamente pericolosa. Se certamente eravamo consapevoli di che piega avrebbero preso gli eventi un minuto dopo il responso delle urne, ciò che ci fa male è il silenzio molto più pericoloso dell’opposizione democratica, che sembra aver smarrito anche la capacità di leggere i fatti che accadono sotto gli occhi di tutti, dopo aver smarrito le idee.
Agli osservatori delle vicende del PD, non potrà certo sfuggire il prossimo appuntamento di Cortona dove si riunirà la componente di Area Democratica che fa riferimento a Franceschini-Veltroni. Nella stessa riunione pare saranno presenti anche Ignazio Marino con i propri sostenitori. Probabilmente un dialogo tra le due minoranze del PD che potrebbero iniziare una saldatura su diversi temi a partire dal contrasto al dialogo con Fini di D’Alema, al rilancio del metodo delle primarie fino alla discussione sul bipolarismo. Due opposizioni interne che si avvicinano e che nel Lazio hanno mandato a casa il Segretario regionale, Alessandro Mazzoli. Prove di nuove maggioranze?
Il Presidente della Regione Piemonte annuncia un nuovo piano sanitario in cui gli ospedali saranno gestiti secondo un modello “riunito” nelle ASO e scorporate dalla ASL. Il Pd critica il modello e rilancia l’attuale modello. Cosa ne capisca la gente è tutto da vedere. Mi sembra il solito giro di valzer incentrato sulle partite di giro dei soldi e di tentativi di penetrazione della sanità privata. Non mi sembra un gran cambiamento: dal punto di vista della maggioranza le solite storie; dal punto di vista dell’opposizione idem. La tristezza è che nessuno parla di cosa effettivamente si aspettano le persone che si rivolgono alle strutture sanitarie. Oltre al fatto che di prevenzione, cure domiciliari, assistenza di prossimità, miglioramento delle diseguaglianze di salute non se ne parla proprio. Mah!