Areva, come riportato da Le Monde, ha annunciato un nuovo ritardo per la partenza della nuova centrale nucleare EPR in Finlandia. Doveva iniziare la produzione a tempo pieno nel settembre 2009 ma non sarà attiva prima del secondo semestre del 2013. Fate voi i conti sull’aumento dei costi di produzione della costruzione di una centrale nucleare. Oltre al resto
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Caro direttore, premetto che non ho interesse per le preferenze politiche del Prof. Veronesi; è un oncologo di fama e mi aspetto che faccia tutto quello che può per curare il cancro. Da un paio d’anni è anche senatore, carica che ha accettato a patto che non gli porti via tempo per i suoi pazienti. Intento nobile verso i pazienti, meno verso i cittadini che, pagando un lauto stipendio ai senatori, si aspettano che dedichino le loro energie alla gestione politica del Paese. Ora è stato proposto il suo nome come Presidente dell’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare, nomina che accetterebbe volentieri, di nuovo a condizione che non sottragga tempo ai suoi pazienti. Ovvero, bisognerebbe adattare le necessità di un’agenzia così delicata e fondamentale agli impegni del candidato presidente. Intanto venerdì scorso in Senato è stato approvato un decreto che gli consentirebbe, se volesse, di andare in deroga alla legge che vieta a chi ha incarichi politici di presiedere un’authority.
Riguardo invece alla sua competenza in materia, scrive: «Sono un appassionato di fisica, non a caso ho ricevuto la laurea honoris causa». Nuclearista convinto, cita la Francia come modello di qualità di vita per noi italiani. Partendo dal presupposto che l’agenzia non sia un bluff ma qualcosa di straordinariamente serio, non è affatto rassicurante l’idea che venga diretta (nei ritagli di tempo) per 7 anni, da un uomo che oggi ne ha 85, anche se è il più bravo oncologo del pianeta. Presiedere l’agenzia per il nucleare vuol dire affrontare problemi di carattere tecnico, elaborare i regolamenti insieme ai commissari, dare il parere sui progetti, verificare il rispetto delle regole e prescrizioni a cui sono sottomesse le installazioni. Un lavoro certamente a tempo pieno, meglio se subordinato a una competenza specifica, più che a una passione. Siccome il Prof. Veronesi cita il modello francese, saprà che la loro agenzia (ASN) è diretta da Jean Christophe Niel, 49 anni (laureato in fisica teorica che ha ricoperto incarichi di vertice nel controllo sul ciclo del combustibile e dei rifiuti, ed è stato per anni capo del dipartimento per la sicurezza dei materiali radioattivi). Il presidente è Andrè-Claude Lacoste, 69 anni, ingegnere, da 17 anni con incarichi direttivi nel settore sicurezza nucleare.
Il Prof. Veronesi ha poi espresso un’opinione sul fattore rischio («oggi calcolato quasi vicino allo zero»), che sembra non tener conto dei cosiddetti piccoli incidenti quotidiani, riportati da tutte le Agenzie, che si verificano proprio in Francia; per non parlare delle basse emissioni permanenti degli impianti, come dimostra lo studio del Prof. Hoffman ordinato dalla Cancelliera Merkel. Parlare invece di nucleare come «l’alternativa più valida al petrolio» è solo suggestivo, poiché il petrolio serve soprattutto a far muovere le macchine e solo in minima parte ad alimentare le centrali elettriche. Infatti in Francia, Paese più nuclearizzato d’Europa, il consumo procapite di petrolio è più alto rispetto a quello italiano. Succede di essere approssimativi quando ci si occupa di troppe cose.
(Dalla lettera di Milena Gabanelli al Corriere della Sera del luglio scorso)
Molti di noi, non accecati da steccati ideologici, continuano a dire che l’opzione nucleare non ha convenienza economica. anche prescidendo da scopi militari, dalla pericolosità dello stoccaggio delle scorie e via discorrendo, la costruzione di centrali nucleari, sicuramente con il tipo di tecnologia che l’attuale Governo italiano vorrebbe introdurre, a conti fatti non sarebbe conveniente. Pare che alcuni dubbi si stiano facendo strada anche nella componente confindustriale se anche IlSole24Ore, cui devo riconoscere essere oggi uno dei migliori giornali italiani, decide di trattarne. Leggere qui per credere.
Che fossero amici del nucleare lo potevamo presumere, malgrado le incertezze durante la campagna elettorale per le regionali piemontesi. Ma ciò che veramente fa specie in questo ritiro del ricorso della Regione Piemonte, allora amministrata da Mercedes Bresso, è che nei fatti il governatore leghista Cota dà nei fatti via libera a Roma per la scelta dei siti dove installare il o i siti nucleari in Piemonte. Una vera e propria cessione di sovranità al centralismo di Roma che deciderà senza nessun intoppo l’area che meglio preferisce per costruire appunto un’opera di forte impatto ambientale. O magari anche dove ubicare semplicemente il sito nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari italiane, con Trino in pole position data l’attuale capacità di accogliere le scorie della precedente attività piemontese. Interessante sarà comprendere come riusciranno a far conciliare sbandierate, almeno in campagna elettorale, virtù quali la capacità di leggere il territorio, di vicinanza alle popolazioni, di essere “padroni a casa propria”, di autogoverno piemontese e via discorrendo. Ma le uniche capacità attualmente esercitate sembrano essere quelle delle parole (perchè di fatti ancora non ne abbiamo visti) contro gli immigrati. Sempre che anche questi non servano ad infoltire le fabbrichette brianzole o la raccolta delle pesche nostrane. Chiaramente sulle energie rinnovabili o sulla necessità di rendere davvero il più possibile indipendente il nostro territorio dal ricatto del petrolio “nisba”, per dirla come loro.