Se uno Stato va in bancarotta come sarà la salute dei suoi cittadini? E se rifiuta i diktat dei creditori internazionali sui tagli del servizio sanitario cambierà qualcosa? La risposta ci arriva da uno studio pubblicato a febbraio sulla forse più prestigiosa al mondo rivista medico-scientifica “Lancet” compilato da ricercatori delle università inglesi di Cambridge ed Oxford. Mentre la risposta alla prima domanda appare più prevedibile, la seconda è tutt’altro che scontata. Ma andiamo per ordine.
I ricercatori hanno preso in considerazione i dati provenienti dalla Grecia di cui tutti conosciamo la parabola economica recente e che certamente non può pensarsi come culturalmente diversa dalla Francia o dalla Germania. I risultati sono stati davvero al di là delle attese: la mortalità infantile è raddoppiata con un aumento dei bambini sottopeso alla nascita di quasi il 20%, cifra pari a quella dei bambini nati morti. La situazione è così grave per le persone affette da malattie croniche gravi come ad esempio il diabete che spendono tutte le loro risorse solo per comprare cibo oppure l’insulina per sopravvivere. Il taglio delle forniture di siringhe monouso ha poi fatto impennare le infezioni da AIDS da 15 a quasi 500 in tre anni.
Ma se in Grecia questa è la situazione imposta dalla Troika europea che ha obbligato al dimezzamento del bilancio del Servizio Sanitario, i ricercatori britannici hanno scovato un vero e proprio caso “di scuola” dove le cose sono andate diversamente grazie alle decisioni politiche prese in controtendenza, o meglio in speculare contrasto rispetto alla Banca Centrale Europea o al Fondo Monetario. Infatti ci eravamo dimenticati della feroce crisi economico-finanziaria che qualche anno orsono aveva colpito l’Islanda, che invece aveva duramente respinto le misure dettate dai creditori internazionali e dal fondo monetario – pur ricordando che Rejkyavik non fa parte dell’Unione Europea. Gl islandesi,, così come i finlandesi, attraverso un durissimo ma solidaristico piano di sacrifici scelti attraverso la condivisione popolare ma soprattutto concentrando i tagli in altri settori , hanno compensato gli effetti nocivi della crisi sulla salute delle loro popolazioni, non facendo registrare particolari scostamenti sulla mortalità infantile e altri parametri riferiti alle patologie più gravi.