Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il piano sanitario della Regione Piemonte recentemente approvato dalla Giunta di centrodestra. La ragione dello stop sembra da imputarsi alla mancata copertura finanziaria. L’impianto della nuova organizzazione con la creazione delle sei Federazioni sanitarie, non convince quindi il governo dei tecnici orientato a non considerare sufficienti le fonti di risparmio che erano state pubblicizzate dal governatore Cota e dall’Assessore Monferino.Se comunque il Governatore si mostra tranquillo, Mercedes Bresso va all’attacco sottolineando come l’allarme sul rischio dell’aumento dei costi non fosse una semplice fantasia dell’opposizione, ma una drammatica realtà. “Se si aggiunge -prosegue l’ex presidente – il fatto di avere approvato un Bilancio 2012 affidato all’irresponsabilita’ di chi l’ha redatto, il quadro complessivo del Piemonte e’ molto preoccupante”. ”Se il piano sanitario era la principale riforma di questa maggioranza -conclude Bresso- c’e’ da augurarsi che la smettano presto di fare danni”. In parole povere, i tecnici di Palazzo Chigi bocciano sonoramente il tecnico “padano”: non è un buon momento per il Piemonte, al verde anche di capacità contabili.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Certamente un atto di buon senso quello del Direttore Generale della Sanità, Paolo Monferino, che ha “congelato” la delibera attraverso al quale venivano tagliati fondi destinati al personale medico ed infermieristico. In particolare evidenza la chiusura dei budget per le prestazioni aggiuntive con cui diversi ospedali pagavano il personale impiegati in diversi servizi di punti quali i trapianti, l’elisoccorso, le sale operatorie dell’emergenza. Ci si è resi conto soprattutto che la delibera non era applicabile per diverse ragioni e soprattutto il direttore non ha voluto “pregiudicare la continuità nell’erogazione dei servizi” come ha affermato direttamente. (altro…)
Preoccupazione: questo è il sentimento che sta percorrendo ospedali, ambulatori, pronto soccorsi o comunque chi lavora in sanità. E di motivi certamente ce ne sono diversi. Dapprima la sensazione che non esista un vero timoniere nelle questioni che riguardano la salute con visione sul futuro allegata. Divisioni partitiche all’interno della maggioranza tra Enzo Ghigo che attacca il vertice leghista, divisioni tra l’Assessore di riferimento Caterina Ferrero (Pdl) e il Direttore dell’Aress Zanon (Lega nord) conditi dal Direttore Generale dell’Assessorato Monferino che sembra giocare una partita in proprio senza padrini o padroni. (altro…)
La Regione Piemonte, nella persona del Direttore Generale Paolo Monferino, ha nella sostanza bloccato la possbilità per le Aziende sanitarie piemontesi, di coprire i primariati vacanti, nominare i capi di partimento e assumere personale infermieristico. Questo attraverso due circolari pubblicati nel sito del Sindacato Anaao-Assomed di cui l’ultima datata 9 dicembre. Il tutto almeno fino a quando non sarà a regime la nuova organizzazione sanitaria con i diversi assetti territoriali già precedentemente annunciata ma di cui non si hanno notizie più precise. L’Anaao-Assomed lancia un allarme concreto sulla insostenibilità di tale provvedimento che produrrà effetti disastrosi se non si provvederà allo sblocco del provvedimento entro un paio di mesi. Secondo la Cisl medici non sarebbe da escludere l’intenzione velata, più che di accorpare, di chiudere diverse strutture.
Rientrato da una parentesi di aggiornamento in Francia, scopro che il nuovo Direttore Generale della sanità in Piemonte stia ancora a “bagnomaria” nell’attesa che qualcuno sciolga il rebus delle sue compartecipazioni nei c.d.a. – remunerati – di diverse aziende. In soldoni firmerà il suo contratto in Regione se gli saranno garantite le prebende che attualmente riceve da altre fonti. Una domanda semplice semplice potrebbe essere quella di come farà a garantire una costante presenza in assessorato, tenendo conto che l’impegno non è certamente da considerarsi alla stregua di un hobby. Chi lavora per la sanità certamente non lo fa solo per passione, ma da qui a pensare al part time ce ne corre davvero…