Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

La relazione dell’ANAC sui medici gettonisti

ANACPer quanto riguarda le procedure di scelta del contraente, anche nel 2024 si conferma la procedura negoziata senza previa pubblicazione per l’approvvigionamento degli infermieri a gettone. Del tutto marginale è invece il ricorso alla procedura aperta. Per i “medici a gettone” la procedura negoziata per affidamenti sottosoglia comunitaria e affidamento diretto costituisce la modalità prevalente di scelta.

“Come Anac siamo intervenuti, fra i primi, anche di fronte al Parlamento e al governo, a segnalare il fenomeno dei cosiddetti medici a gettone, la crescente esternalizzazione del personale sanitario, caratterizzata da contratti particolarmente onerosi per le amministrazioni, in cambio di servizi non adeguati, spesso con rischi per la salute dei pazienti”, afferma il Presidente di Anac, Giuseppe Busia. “Si tratta di un progressivo impoverimento degli organici, perché medici ed infermieri in più casi preferivano lasciare il proprio impiego, attratti dalle più elevate remunerazioni riconosciute per le prestazioni di carattere interinale. Tutto questo, dando vita ad un circolo vizioso, a causa di una irragionevole concorrenza fra le diverse Asl, come emerge dalla nostra indagine conoscitiva. Ospedali e Asl pubbliche dispongono di eccellenti risorse professionali che, tuttavia, in molti casi non sono adeguatamente valorizzate e, anzi, sono spesso spinte verso altri approdi, privando le amministrazioni del loro patrimonio più prezioso”

Qui scaricabile  la relazione dell’ANAC

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Medici gettonisti in Piemonte: un pranzo gratis?

sanitàIl Piemonte di Cirio è la Regione in Italia che ha speso di più per le prestazioni di medici – e infermieri -“gettonisti”: oltre 115 milioni di euro. Cifre che vanno oltre quelle di Regioni come la Lombardia (104 milioni di euro), bastione della sanità privata e molto più popolosa della nostra. E ad accorgersene c’è voluta l’ANAC, l’autorità anti corruzione che ha messo la lente d’ingrandimento sul fenomeno rilevandone la criticità dato che il fenomeno appare in costante crescita: 51 milioni di euro nel 2021, 76 nel 2022 e 100 tondi nel ’23. E la prima domanda che viene da farsi è: come mai altre regioni con la stessa crisi di personale hanno risposto meglio rispetto alla nostra spendendo di meno? Forse che in tempi non sospetti hanno coperto le piante organiche in maniera più efficiente?

Questo pranzo non è stato quindi gratis in quanto si tratta di risorse del tipo “una tantum” che non daranno nessun tipo di vantaggio nel lungo periodo, dato che saranno professionisti che interromperanno la loro attività finito il pagamento della prestazione.

Senza entrare sulle conseguenze “sul campo” di tali scelte che vanno dalla mancata garanzia di continuità assistenziale al diverso riconoscimento anche economico rispetto a chi, restando fedele al sistema pubblico, macina turni massacranti rinunciando a ferie e al tempo di vita ( ben sapendo che i medici non percepiscono nessun guadagno se fanno straordinario).

Non viene il dubbio che queste risorse potevano essere spese in maniera efficace ed efficiente, soprattutto tenendo conto che siamo tutti noi a pagarle?

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