La verità sulle prossime elezioni del Presidente della Repubblica, potrebbe stare nel mezzo. Suggestiva di una diversa lettura su cosa stia avvenendo è l’intervista di Rosy Bindi oggi da Lilly Gruber. Il ragionamento è in fondo più semplice di quello che appare. In sostanza: se alle prime 3 votazioni passa Marini, pace. La nostra Costituzione vuole che i primi scrutinii abbiano almeno i 3/4 dei voti, come espressione della volontà di massima convergenza, di massima unità. Se però alla 3 votazione non si raggiunge l’elezione di un nome condiviso dalla grande maggioranza del Parlamento, ognuno per sè e Dio per tutti. Quindi se non emerge un nome di “unità nazionale”, potrebbe verificarsi il rientro di nomi che esprimono solo una maggioranza “di parte”, non escluso quello di Romano Prodi. E quindi, se M5s mantiene fisso il nome di Rodotà, non è detto che il giurista non possa farcela. E se i parlamentari con “sensibilità” renziana “impallinano” Marini il gioco è fatto. Insomma, la vecchia e cara Prima Repubblica. Che bisogna rispolverare per capirci qualcosa anche oggi…