Machiavelli, in fondo, si è anche occupato a modo suo di politica di difesa del territorio…
(…) Et assomiglio quella (la Fortuna) a uno di questi fiumi rovinosi, che, quando s’adirano, allagano e’ piani, ruinano li arberi e li edifizii, lievono da questa parte il terreno, pongono da quell’altra: ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede allo impeto loro, sanza potervi in alcuna parte obstare. E, benché sieno così fatti, non resterà però che li uomini, quando sono tempi quieti, non vi potessino fare provvedimenti, e con ripari et argini, in modo che, crescendo poi, o andrebbono per uno canale, o l’impetoloro non sarebbe né sì licenzioso né sì dannoso. Similmente interviene della fortuna: la quale demonstra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle, e quivi volta li sua impeti, dove la Sto arrivando! che non sono fatti li argini e li ripari a tenerla. E se voi considerrete l’Italia, che è la sedia di queste variazioni e quella che ha dato loro el moto, vedrete essere una campagna sanza argini e sanza alcuno riparo: ché, s’ella fussi reparata da conveniente virtù, coma la Magna (Germania), la Spagna e la Francia, o questa piena non avrebbe fatte la variazioni grandi che ha, o la non ci sarebbe venuta. (…)