Oggi in Gran Bretagna entrano in vigore numerose misure che incideranno, in maniera pesante, sul welfare state britannico. Nella patria di Beveridge, la coalizione costituita da Conservatori e Liberaldemocratici, ha deciso di intervenire sul sistema di tassazione e di distribuzione dei sussidi sociali attravrso una serie di misure definite più semplici e più giuste, impedendo che diverse persone possano approfittare di risorse che devono essere messe a disposizione dei più poveri. Tra tutte le misure, certamente curiosa è la cosiddetta “Bedroom tax”, attraverso la quale vengono talgiati i sussidi alle famiglie che hanno una stamza in più rispetto a quelle che vengono definite le loro reali necessità. In sostanza si parla di circa 600 mila famiglie che, si calcola, perderanno circa il 14% dell’assegno settimanale, percentuale che sale al 25% se le stanze considerate eccedenti sono due. Il razionale di questa misura si ritroverebbe nella necessità di liberare le case più grandi per le famiglie numerose, anche se a conti fatti sembra perseguirsi un risparmio reale di almeno 465 milioni di sterline all’anno. L’opposizione laburista sostiene che una stanza in più di quelle stimate è necessaria soprattutto per le famiglie con persone disabili e che la quasi totalit delle famiglie interessate non ha in realtà altro posto in cui vivere. L’obiezione è particolarmente pertinente considerando una stima che individua in due terzi dei nuclei interessati la presenza di un familiare disabile.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Perché Assange ha scelto l’Ecuador? Come mai il Foreign Office inglese sta gettando la spugna? Che legame esiste tra il giudice spagnolo Garzon, Assange, Lagarde? E perché Lula, Morales e Chavez hanno deciso di aiutare l’Ecuador facendo irritare gli Stati Uniti? Cosa lega Wikileaks e le banane? Se questa ricostruzione è vera potrebbe avere la forza della nitroglicerina…
Tra le politiche di una grande città dovrebbe esistere quella di far diventare la propria Università un polo di attrazione per giovani studenti. I benefici di questa idea sono stati ampiamenti discussi e riconosciuti, soprattutto dopo le analisi di Florida. Ancora meglio sarebbe attirare nuove e giovani intelligenze da tutta Europa, aprendosi al “mercato” della formazione internazionale dove gli altri Stati del vecchio continente stanno combattendo importanti battaglie. Come ad esempio sta avvenendo nel Nord Europa, dove gli studenti inglesi, storicamente tra i meno propensi alla migrazione, stanno iniziando a scoprire altre realtà in cui formarsi, quali ad esempio quelle offerte dalle Università olandesi. (altro…)
La Gran Bretagna del liberaldemocratico Clegg, vice premier del conservatore Cameron, si piega alle politiche del welfare e annuncia la disponibilità di un miliardo di sterline per agevolare le imprese che assumono giovani. Lo strumento più importante prevede, per almeno 150 mila persone, il pagamento attraverso le imprese di metà del salario minimo corrisposto a posti di lavoro occupati dalla fascia giovanile della popolazione. La manovra in realtà sembra possa interessare, nella sua completezza, circa 400 mila giovani anche con altre azioni, quali ad esempio il finanziamento per 250 mila destinatari di corsi bimestrali di formazione. Il tutto comunque attraverso le imprese che nel pensiero del legislatore rimane il tramite fondamentale dell’azione di governo. Da rimarcare come anche in Gran Bretagna il problema della disoccupazione giovanile abbia assunto proporzioni emergenziali, superando, per la fascia compresa tra i 16 ed i 24 anni, il milione di persone. Non da ultimo è da segnalare come la cifra verrà finanziata attraverso ulteriori risparmi sul bilancio pubblico che saranno annunciati nei prossimi giorni. Beveridge, insomma, abita ancora qui.
Il Governo conservatore della Gran Bretagna abbatte la sua scure sull’ambiente. Secondo alcune previsioni, il Ministero dell’Ambiente subirà un taglio delle spese di circa il 40% oltre alla privatizzazione dell’Ente forestale e la vendita di molte riserve naturali. Il Natural England, gestore delle riserve naturali, dovrà ridurre di un terzo il personale. La stessa Environment Agency deve dimezzare le spese. Chiusura del finanziamento anche per British Waterways preposto alla tutela di oltre tremila chilometri di fiumi. Gli stessi tradizionalisti inglesi sono rimasti di sasso dall’idea annunciata dal Ministro della difesa di privatizzare l’Ufficio Meteorologico Nazionale. L’opposizione laburista e gli ambientalisti inglesi sparano a zero sull’operazione denunciando la penalizzazione dell’ambiente come facile mossa e politicamente meno pericolosa, oltre all’idea che i tagli che si prospettano ad ottobre si presenteranno meno forti in confronto a quelli annunciati in questi mesi. Ultima avvertenza è l’eventuale interessamento dell’Unione Europea per il mancato rispetto delle regole europee sulla tutela degli habitat naturali. Il governo conservatore di Cameron, in definitiva , non si discosta dalle politiche contro l’ambiente degli altri governi conservatori, pur avendo puntato pochi mesi orsono proprio sulla carta verde per vincere le elezioni.
Comunque vada a finire, dopo gli Stati Uniti la Gran Bretagna mostra una capacità di rinnovamento della classe politica sicuramente impensabile nel nostro Paese. Quello che alla fine viene fuori è che oltre a Clegg, che è riuscito a far fruttare abilmente la sua posizione anche con un risultato deludente, Milliband riceve un sostanziale via libera come nuovo leader laburista. Clegg, Milliband, ma anche Cameron, diventano le nuove coordinate della politica inglese, un ricambio in tempo reale in condizioni di incertezza che in altri paesi avrebbero riportato in auge le vecchie volpi stagionate con la scusa, appunto, della difficoltà della situazione. Una Gran Bretagna che alla fine si scopre “cool” e si rinnova profondamente, a dispetto della superficiale patina di tradizione. Come se il mondo anglosassone continuasse a dare lezioni di leadership politica ad un Mediterraneo stagnante. Obama docet.