Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
A due mesi dal terribile terremoto in Giappone, a Fukushima le pompe continuano a lavorare a pieno ritmo, nei giorni scorsi la società elettrica di Tokio (la ormai ben nota Tepco), ha aumentato da sei a otto il numero di tonnellate di acqua iniettata ogni ora nel nucleo del reattore numero 1,. Si tratta del primo reattore andato in tilt, il primo in cui sono state aperte le valvole dando avvio alla contaminazione dell’ambiente esterno. Nove tonnellate vengono pompate nel gruppo 3 dove nei primi dieci giorni di maggio la temperatura si è alzata di 30 gradi a dimostrazione di quanto sia ancora instabile il reattore, molto alti i livelli delle radiazioni, registrate a 700 millisievert, che non permettono agli operatori più di venti minuti di autonomia (Japan Atomic Industrial Forum, 10/5/2011 Earthquake Report 77). (altro…)
Questa settimana, sul Lancet, gli scienziati, che scrivono da vari centri accademici del Giappone, descrivono la loro proposta, che è modellata sul trapianto di midollo di routine che i pazienti con il cancro ricevono attualmente per rimpiazzare le cellule malate con cellule in salute e senza cancro: solo che in questo caso, quello di Fukushima, si salterebbe il processo, lungo una settimana, di estrarre il midollo dalle ossa e invece si prenderebbe una procedura di due giorni che trasferirebbe le cellule dal midollo direttamente nel flusso sanguigno.
L’agenzia atomica giapponese avrebbe comunicato all’Aiea che almeno 28 dei 50 operai in servizo all’interno della centrale di Fukushima sarebbero contaminati in modo grave. In sostanza sarebbero stati eposti a dosi di radiazioni superiori ai 1000 Millisievert, dose certamente molto al di sopra di quella a cui sono sottoposti i lavoratori di una centrale atomica che è inferiore ai 50 Millisievert in cinque anni. (altro…)
(via Lettera 43) Gli scienziati del centro studi indipendente dell’Institute for science and international security (Isis) di Washington lo avevano previsto da subito, che il disastro nucleare di Fukushima Daiichi avrebbe toccato il livello 7 di pericolosità, come Chernobyl. Nella scala Ines, il grado massimo coincide con le «ingenti quantità di materiale radioattivo, rilasciate da un impianto di grandi dimensioni, in un un’area molto vasta e con effetti acuti sulla salute della popolazione esposta e sull’ambiente, possibilmente anche in altri Stati». (continua a leggere l’articolo su Lettera 43)