Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Rajan: terremoti finanziari

Un libro davvero fondamentale “Terremoti Finanziari” di Raghuram G. Rajan – ed. Einaudi – per capire cosa sta succedendo, quali sono le fratture, le “faglie” ancora nascoste che è necessario comprendere per non ricadere, qual è il ruolo dei governi, perchè è fondamentale investire nella formazione e nella costruzione di un cittadino forte e sano, al di là di ideologie che non riescono più a farci leggere la realtà.

” (…) Dobbiamo anche riconoscere che una buona economia non può essere separata da una buona politica – e questa, forse, è la ragione per cui un tempo la teoria economica era nota come economia politica. L’errore degli economisti è stato credere che, una volta sviluppato un forte telaio di istituzioni all’interno di un Paese, le influenze politiche al suo interno si sarebbero stemperate e il Paese si sarebbe emancipato per sempre da una condizione “in via di sviluppo”. Ma dovremmo ora ammettere che istituzioni quali i regolamentatori hanno influenza soltanto finché la politica è ragionevolmente ben bilanciata. L’esistenza di squilibri profondi, come per esempio la disuguaglianza, può provocare ondate politiche in grado di superare i vincoli di qualsiasi istituzione. E, se comincia ad applicare politiche squilibrate, un Paese può tornare a condizioni in via di sviluppo indipendentemente dal grado di progresso delle sue istituzioni (…)”

Bot a doppio taglio

L’ “affare” dei Bot mi sembra ben spiegata da Giuliano Ballestreri su Repubblica di oggi. Se sono un piccolo investitore e voglio investire in titoli di Stato diciamo 10.000 €, oggi avrei un rendimento di circa 152 € netti l’anno. Dopo il decreto il rendimento scenderà a circa 66 € e nel 2013 scenderà ancora a circa 37 €, Il “paradosso” è che se io investissi più soldi, perderei di meno. Ad esempio se investo oggi 25.000 € oggi avrei una resa di circa 346 €, dopo la manovra vedrei scendere il guadagno a 346 € e nel 2013 a 316 €. Sopra i 50.000 € mi andrebbe ancora meglio, con una evidente sperequazione tra chi può investire di più e chi di meno. La manovra però è davvero curiosa perchè i titoli di Stato, da sempre, sono lo strumento principe per finanziare i debiti dello Stato. Quindi va da sè che si assisterà alla fuga dei propri finanziatori. Per il governo poco importa, perchè la mossa serve solo al breve periodo, dopo vedrà chi avrà i cordoni della borsa cosa fare. Comunque, per non dar troppo fastidio, nessuna azione verrà intrapresa sulle rendite finanziarie che attualmente, se non vado errato, vengono tassate al 12,5 % mentre in Europa veleggiano stabilmente oltre il 20 %. Meglio cioè non distinguere tra chi investe i propri risparmi sui debiti dello Stato e chi specula in Borsa. Misteri del liberalismo tremontiano