La recente norma sulla prescrizione dei farmaci generici rappresenta un risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale? Un paper dell’Istituto Bruno Leoni a cura di Serena Sileoni, sottolinea le molte ombre della novella legislativa che in realtà sposta la decisione dal medico al farmacista e non provoca risparmi per lo Stato. Si configurerebbe, anzi, un’azione di politica industriale da parte dello Stato che avvantaggerebbe una parte della filiera produttiva a discapito di quella che in realtà continua a fare ricerca. Nel paper vengono inoltre chiarite diverse perplessità che i medici continuano ad avere sui cosiddetti generici, in realtà sottratti ad una completa sperimentazione.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
L’8 luglio è stato presentato il nuovo Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia nel 2009 dell’Osmed (consultabile qui). In sintesi
• Nel 2009 il mercato farmaceutico totale, comprensivo della prescrizione territoriale e di quel- la erogata attraverso le strutture pubbliche (ASL, Aziende Ospedaliere, Policlinici Universita- ri, ecc.) è stato di oltre 25 miliardi di euro, di cui il 75% a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di 420 euro.
• La spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, è in leggera crescita ri- spetto all’anno precedente (+1,4%), mentre quella a carico del SSN diminuisce dell’1,7%, questo andamento è spiegabile in larga misura da un aumento delle compartecipazioni da parte dei cittadini (ticket +33,3%), dello sconto (+25,6%) e da una diminuzione dei prezzi (-3,2%). Nella valutazione di questa riduzione bisogna tener conto che una quota della pre- scrizione è stata erogata tramite forme diverse di distribuzione quali la diretta e la per con- to. Questa modalità di distribuzione incide mediamente nelle Regioni in cui viene adottata per circa il 22%, con livelli superiori al 30% in Emilia-Romagna e Toscana.
• Come già osservato nel 2008 la Regione con il valore più elevato di spesa pubblica per far- maci di classe A-SSN è la Calabria con 275 euro pro capite, mentre il valore più basso si ri- scontra nella Provincia Autonoma di Bolzano (circa 149 euro).
• La sostanza più prescritta è risultata, nel 2009, il ramipril con 47 DDD/1000 abitanti die. Altre sostanze rilevanti per consumo sono l’acido acetilsalicilico usato come antiaggregan- te piastrinico (42 DDD) e l’amlodipina (27 DDD). Alti livelli di esposizione nella popolazio- ne si osservano per l’associazione amoxicillina+acido clavulanico, per l’acido acetilsalicili- co e per il lansoprazolo con una prevalenza d’uso rispettivamente del 16,6%, 8,2% e 6,3%.
• I farmaci equivalenti rappresentano quasi la metà del consumo territoriale e circa il 28% della spesa, anche se la maggiore prescrizione si concentra ancora sui prodotti branded. Nel 2009 hanno perso il brevetto alcuni principi attivi molto prescritti come il pantoprazolo e il perindopril.
• Dall’analisi condotta nella popolazione a disposizione dell’OsMed si rileva nel complesso una prevalenza d’uso del 76%, con una differenza tra uomini e donne (71% e 81% rispet- tivamente). I maggiori livelli di consumo nelle donne riguardano i farmaci del sistema ner- voso centrale (e specificamente gli antidepressivi), i farmaci del sangue (soprattutto gli an- tianemici) e i farmaci del sistema muscolo-scheletrico (i bifosfonati). Alti valori di esposi- zione si osservano nei bambini e negli anziani: circa 8 bambini su 10 ricevono in un anno almeno una prescrizione (in particolare di antibiotici e antiasmatici).
• La spesa media di un assistibile di età superiore a 75 anni è di oltre 12 volte maggiore a quella di una persona di età compresa fra 25 e 34 anni (la differenza diventa di 17 volte in termini di dosi). La popolazione con più di 65 anni assorbe circa il 60% della spesa e delle DDD; al contrario, nella popolazione pediatrica fino a 14 anni, a fronte di elevati li- velli di prevalenza, si consuma meno del 3% delle dosi e della spesa.