Nell’estate degli inutili spasmi berlusconiani, incrocio due notizie rinfrescanti che potrebbero interessare la politica torinese settembrina. La prima giunge dall’amico Mario Marino che ci aggiorna sui progressi, positivi, dell’assegnazione a Torino dell’Autority dei trasporti: passa al Senato e ci sono buone prospettive dell’approvazione alla Camera. La seconda arriva da Ecoblog che riprende un articolo dell’Economist dove si discute del petrolio come di una fonte energetica ormai del passato raggiungendo già oggi il picco della domanda di greggio che non crescerebbe ulteriormente grazie alle energie rinnovabili, al miglioramento dell’efficienza energetica e al maggiore futuro costo delle emissioni di carbonio. Un calo, insomma, sia della domanda che dell’offerta. Il petrolio non sarebbe quindi più al centro dei pensieri del mondo. Tenendo conto dell’impatto dei consumi da parte dei trasporti, sarebbe davvero molto utile iniziare a ragionare a livello locale, a maggior ragione se si ospiterà l’Autorità dei trasporti, di come questi dati debbano essere interpretati e delle nuove sfide che ci coinvolgeranno in prima persona. Giusto per far politica, quella utile del futuro
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Il Governo spegne di fatto la produzione dell’energia solare in Italia. Ma cosa succede all’estero? Quali sono i meccanismi che invece nel resto del mondo favoriscono la crescita di questa fonte rinnovabile nel tentativo di svincolarsi dalla morsa delle prossime crisi economiche e geopolitiche legate al petrolio e alle fonti fossili? Un quadro apprezzabile per chiarezza ci viene dall’articolo di Luca Vaglio sul Sole 24 Ore che invito a leggere qui
Sentivo stamattina per radio un commento che rivelava come nella nostra bolletta esisterebbe una certa percentuale destinata allo sviluppo delle energie rinnovabili che graverebbe le tasche degli italiani. In realtà la notizia era presentata come una cifra multimilionaria che in questi anni sarebbe stata appunto drenata dalle bollette. Un successivo commento precisava che la percentuale destinata a questo sviluppo era intorno al 10% della quota totale ed era il famoso CIP6. (altro…)
Science ha pubblicato una ricerca sul sequenziamento del DNA di enzimi presenti nel rumine dei bovini in grado di trasformare la cellulosa in zuccheri, primo passo per la produzione di biocombustibili. La ricerca, coordinata dal Joint Genome Institute del Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti e dall’Energy Biosciences Institute, potrebbe rappresentare un passo avanti per individuare metodi ancora più efficienti per la trasformazione delle biomasse in combustibili di tipo rinnovabile. La difficoltà è il numero limitato di delle specie di microbi conosciuti che possono essere coltivati in laboratorio. Il sequenziamento avrebbe comunque permesso ci comprendere come almeno 30.000 dei geni codificati sono effettivamente attivi nella trasformazione di fibre vegetali ricche di cellulosa che non rappresentano sostanze con valore nutritivo per la maggior parte delle specie animali.