Una domanda che mi viene spesso rivolta è quella della differenza tra una formazione ecologista come la nostra – PiemontEuropa Ecologia – e altri partiti che prevedono, nel loro programma, elementi ecologisti. La risposta è semplice: noi siamo ecologisti e pensiamo che dalla attuale crisi politica, economica e ambientale si esca attraverso politiche ambientali, mentre altri pensano all’ecologia come uno dei tanti argomenti che compongono un programma con una certa importanza a seconda dei momenti politici. (altro…)
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Una città in cui si usa l’automobile per fare spostamenti tra casa e lavoro di circa 2 km, dove le luci dei supermercati sono sempre accese quasi fosse un set cinematografico, dove riscaldamenti e condizionatori sono usati con sempre meno criterio, dove qualsiasi apparecchio elettronico rimane acceso in stand-by per almeno una giornata lavorativa, dove nessuno piange dopo che i sacchetti di plastica sono stati messi fuorilegge dall’inizio dell’anno non è una città che può essere riconvertita ad un consumo più sostenibile senza così tanti sacrifici? E siamo proprio sicuri che il nostro stile di vita occidentale sarebbe inequivocabilmente compromesso se ci comportassimo come a New York dove il 77% degli abitanti non possiede un’automobile?
Lester Brown, in suo famoso libro, parlava di PIANO B per l’ambiente. Per Torino ci sarebbe bisogno, a questo punto, di un PIANO T che incalzasse i futuri amministratori a rendere esplicite le politiche da intraprendere per la nostra città: cosa vogliono fare, spiegare più chiaramente quali sono le soluzioni intraviste, aiutare i cittadini a leggere tra i documenti programmatici un pensiero che colleghi impegni, azioni risultati senza dividere gli uni dagli altri e prendendo i cinque anni del prossimo mandato come dimensione temporale a cui riferirsi. Nel nostro piccolo PIANO T siamo arrivati alla conclusione che non è più sufficiente inserire qua e là alcune strisce verdi, apporre alcuni post it ambientali tra le pagine dei programmi che all’ulltimo minuto verranno lanciati e sicuramente poco letti dai cittadini. (altro…)
Non ho nessuna preclusione verso coloro che hanno condotto la politica italiana nella cosiddetta “prima repubblica”. Non sono nemmeno un fan di rottamatori di ultima generazione. Ma se il media per eccellenza, la TV, ci manda in una sera tutti insieme Paolo Cirino Pomicino, Gianni De Michelis, Maurizio Sacconi, Matteo Renzi e via discorrendo, capirete lo sconforto. Sconforto perchè alla fine è proprio la Tv che si assume oggi il compito di formare le pubbliche coscienze, di indirizzare verso il nuovo, che ci porterà fuori dalla crisi, gran parte dei nostri cittadini. Siamo all’interno di una crisi davvero generale di cui, a mio modesto avviso, il deterioramento delle nostre risorse più preziose per la vita – tipo aria, acqua, fuoco – stanno subendo cambiamenti che si rifletteranno già sui nostri figli e noi continuiamo a credere che questi personaggi ci porteranno fuori dal degrado con nuove idee e nuovi modi di prendere decisioni politiche. Anche per questo è necessario oggi metterci la faccia e perseguire con tenacia un lavoro di pulizia dentro e fuori la politica che non ammette più tentennamenti o impegni da tempo estivo. esiste una massima in chirurgia che credo debba essere applicata senza cedimenti oggi, subito: ubi pus ibi evacua (dove c’è pus è necessario incidere e spurgare). E bisogna farlo subito, con coraggio.
In queste elezioni amministrative è venuta l’ora di tentare di unire tutti gli ecologisti in un’unica formazione che si presenti con una lista unica. Pur rispettando la decisione dei Verdi di non presentarsi a livello nazionale, a Torino si sente il bisogno di presentare una nuova esperienza di serio ambientalismo per dare a tutti la possibilità di scegliere l’ecologia politica contro una facile antipolitica senza sbocchi sensati e per ridare speranza a tutti gli amici che in questi anni si sono rifugiati nell’astensione e nel non voto. (altro…)
Ambiente vuol dire anche trasporto pubblico locale (TPL). Perchè un autobus pieno, anche se di vecchia generazione, inquina meno di un autobus vuoto di ultimo modello. Ma oggi il TPLP è in crisi, anche se i numeri su cui potrebbe contare sono importanti: infatti crescono i lavoratori pendolari e sempre più persone colpite dalla crisi si affiderebbero volentieri ad un abbonamento mensile o annuale al posto del mantenimento di un’automobile. Molto si può fare in questo senso e non solo rendendo i pullman puliti e veloci, ma proprio competendo sui costi, sulle possibilità economiche dei cittadini. (altro…)
Quando parliamo di ambiente non possiamo non parlare di salute. Un esempio fondamentale è il legame che esiste tra la sfida energetica e la tutele della salute. Uno dei nodi principali infatti non sembra essere tanto la possibilità di reperire energia, bensì le conseguenze dell’utilizzo di fonti energetiche alle quali ci stiamo affidando in modo “eccessivo” e i relativi impatti dannosi. Quindi uno dei primi passi da compiere è l’individuazione degli effetti sull’uomo e dei fattori scatenanti. Richard Klausner individua alcuni punti su cui interrogarsi preventivamente nella valutazione delle differenti possibilità di scelta:
- quali saranno gli effetti
- in che modo si manifesteranno
- quale sarà la loro portata
- quando si manifesteranno
- chi verrà colpito in misura maggiore.
Esistono strumenti scientificamente consolidati per rispondere a queste domande?
Uno degli strumenti più raffinati che viene impiegato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nelle sue rendicontazioni sullo stato globale della salute è il DALY, sigla che significa Disability-Adjusted Life Years. Questo strumento permette di “misurare” il peso della malattia in una comunità attraverso la combinazione di diversi parametri: perdite dovute a morte prematura e perdite di vita sana dovuta a forme di inabilità. 1 DALY è uguale allaperdita di un anno di vita in buono stato di salute. Tra le diverse funzioni, il DALY serve anche a selezionare e misurare il costo degli interventi per la prevenzione e/o cura di determinate malattie, quindi anche per la definizione delle priorità in sanitarie e per la scelta dell’attribuzione di risorse finanziarie e umane.
La nostra città dovrà affrontare molte scelte importanti in campo ambientale che avranno conseguenze sulla nostra qualità di vita, sulla nostra salute. Dovremo disegnare priorità e farne derivare scelte. Ma dovremo farlo con tutti i migliori strumenti a disposizione, in maniera più scientifica e con persone capaci di ricercare nuove soluzioni non semplicemente improvvisando.
La sfida che ogni metropoli si ritrova ad affrontare è quella della diminuzione del consumo di petrolio – o comunque di combustibili fossili – con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria. A questo riguardo è riconosciuto che la pressione maggiore viene esercitata dall’uso privato delle automobili che la gran parte di noi giornalmente usa in maniera massiccia. Il problema è che oggi le nostre città e tutto il nostro sistema di vita sono disegnati in funzione dell’uso delle auto. L’auto stessa rappresenta nella nostra economia urbana torinese un tassello molto importante, anche se molto meno rispetto al passato, e quindi la resistenza a modificare la nostra mobilità a favore di soluzione che diminuiscano questo uso è grande. (altro…)
Un’ecatombe di manifesti elettorali si è abbattuta sulla nostra città. Candidati di tutte le tendenze, anche se a farla da padrone è certamente il centrodestra, ha inondato Torino di manifesti elettorali e la sensazione rimane quella di una crescita rispetto alle consultazioni precedenti. Malgrado i tempi di crisi. Lasciando da parte per un momento l’aspetto “Ecologico” della questione, mi rimane la domanda di come tutti questi candidati riescano ad avere risorse sufficienti per questo tipo di campagna, perchè, ve lo posso assicurare, campagne del genere costano. E pensando anche che il gettone di presenza da consigliere comunale non arriverà ad ammortizzare troppo presto i costi, continuo ad interrogarmi sul fattore – a me sfuggente – che farà pendere la bilancia del rapporto “costi-benefici” dalla parte giusta. Comunque come Piemonte Europa Ecologia abbiamo deciso di contenere questo tipo di campagna allo stretto indispensabile per far conoscere la nostra nuova formazione di ecologisti e federalisti, dove il “fattore”moltiplicante le risorse sopra citato non è conosciuto, malgrado le diverse riunioni dedicate all’argomento. L’ecologia della politica nasce anche da queste piccole cose.
Ulrich Beck l’ha chiamata “società del rischio” e credo avesse ragione. Perché i rischi cambiano la loro natura: non derivano più dall’esterno, dal non-umano, dalla fatalità naturale, ma dipendono da decisioni. Sono il riflesso di azioni ed omissioni dell’uomo stesso, la conseguenza di forze produttive fortemente sviluppate. La produzione delle condizioni di vita della società nella sua interezza diventa quindi un problema ed oggetto di ripensamento. Paradossalmente sembra che la fonte del pericolo non sia più l’ignoranza ma la stessa conoscenza, non un dominio carente sulla natura – ciò che si sottrae alla capacità dell’uomo – ma il sistema di norme e di vincoli stabilito con la crescita industriale. Cosa vuol dire ciò? Vuol dire che la società in questo sviluppo ha seguito un percorso “suddiviso”, dove il sistema politico-amministrativo e quello tecnico-economico si sono sviluppati su due linee diverse. (altro…)