Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Le elezioni in Francia, viste dalla Francia

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Capitando in Francia negli ultimi 15 giorni, è logico farsi un’idea delle amministrative che domani celebreranno il secondo turno di ballottaggio. Così com’è ovvio confrontare i resoconti pubblicati dai media nostrani. In breve, qui in Francia, non esiste tutta questa discussione anti Europa nè una paura viscerale per la Destra lepenista che avanza. Quello che i media e le persone comuni condividono è un avvertimento secco ad Hollande, una sorta di rimandatura espressa con un voto che non è così tragico come dipinto in Italia. L’accusa vera che viene portata alla presidenza francese socialista è di non aver fatto molto, o meglio quasi nulla. Questa è la chive di lettura più convincente fatta proprio dai francesi e non dai nostri commentatori che sembrano raccontare una Francia che in realtà sembra non esistere. L’avvertimento è semplice: Caro Hollande, mettiti a lavorare seriamente per le riforme. Insomma, mettiti a lavorare…

Le nostalgie francesi di La Russa

Giusto per farsi un’idea di come va il mondo, pare che Ignazio La Russa si sia sperticato in lodi a favore di Marine Le Pen, la leader del Fronte National erede della Destra più a destra dei neogollisti sarkozisti. Se il Pdl sembra felice della vittoria al primo turno del leader socialista Hollande – sic! – non fa certamente una piega che la destra italiana accolta nella grande pancia del Popolo della Libertà continui a dimostrare la propria ammirazione verso forze notoriamente xenofobe e post Vichy – post fasciste tradotto in italiano -. Non so se Alfano, che sogna l’approdo completo al Partito Popolare Europeo, sia felice dell’esternazione del suo ex Ministro. Comunque non pare che l’epoca degli schieramenti ideologici destra/sinistra si stia davvero avviando ad una soluzione moderna e La Russa incarna perfettamente questa Italia che pensa di affrontare i “cento metri” del futuro facendo concorrere atleti ideologici centenari, dignitosi in altre epoche ma chiaramente inadeguati soprattutto in un’Europa che sta cambiando le proprie forme economiche e politiche.