Come scegliere i nostri politici alle prossime elezioni? Una buona traccia ci è fornita da Maurizio Viroli attraverso il suo nuovo “libello”: Scegliere il Principe – i consigli di Machiavelli al cittadino elettore – Ed. Laterza” che, riprendendo la nostra tradizione politica ormai quasi sconosciuta, ci guida anche per il presente. Non solo Machiavelli, certamente, ma anche Guicciardini, Cicerone, Castiglione e altri ancora ci ricordano cosa è utile tenere a mente quando compiamo le nostre scelte politiche, peraltro al giorno d’oggi davvero distratte e fatte controvoglia come conseguenza di anni di decadenza non solo del pensiero politico italiano, ma anche e soprattutto dei comportamenti della nostra classe dirigente. Una lettura che rappresenta un vero toccasana di questi tempi…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
La sostanza politica di questi giorni è triste. Monti stringe la sua area politica, lasciandosi zavorrare da Casini-Fini-Montezemolo e regalandosi un ruolo certamente da comprimario non destinato a crescere nel cuore degli italiani. Da “Riserva” nazionale a tappodi sughero a cui si aggrappa il trio “sciagura”. Berlusconi tenta di fare la forca alla Lega – sempre più indebolita dalla pulsione “ladrona a Roma” – agitando lo spauracchio della caduta delle giunte regionali in Piemonte e Veneto. Dal tentativo di prendersi amministrativamente tutto il Nord alla disfatta dell’accordo con il Cavaliere che certamente verrà punito dagli stessi elettori della Lega. Bersani, dopo l’iniezione di carnitina ricevuta dalle primarie nazionali, scivola un po’ sulla parlamentarie e inizia a combinare un pasticciaccio sulla composizione delle liste per le prossime elezioni. Se continua così verrà fuori un minestrone indigesto allo stesso popolo del Pd ed ancor più alla platea più allargata degli elettori, non appena verranno fuori i nomi. Riusciranno i nostri eroi a mangiarsi ancora una volta il vantaggio accumulato? Vendola ripete in sedicesimi gli stessi errori. Ingroia non mette nemmeno piede in campo che viene cortesemente giustiziato dagli stessi che l’avevano sostenuto: se la novità – hanno sentenziato i professori – è la candidatura dei segretari – o loro fiduciari – di Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani e via discorrendo, se la può tenere. E forse è meglio stare un giro fuori. Grillo combina anche lui qualche pasticcio e non riesce a trovare la quadra tra rete e democrazia. Il totale è una flessione di consenso che dovrebbe correggere con qualche proposta seria, più che continuare a brandire il martello del distruttore e isolarsi così come aveva fatto il Pci a suo tempo congelando una gran quantità di voti inutilizzati per tentare qualche cambiamento. Non so, ma annusando l’aria in giro sembra di essere tornati alla nausea di qualche mese fa…