Abbiamo vinto. A Torino, Milano, Cagliari e via discorrendo è iniziata forse l’onda che ricostruirà l’Italia. Personalmente, però, non guardo con altrettanto interesse a tutte le esperienze e mi concentrerò, invece su Napoli. Eccetto Cagliari, le altre realtà in cui si è vinto rappresentano un’esperienza, per così dire, “classica”. Napoli forse no. La sessa composizione del nuovo consiglio comunale partenopeo è una vera anomalia: 15 consiglieri dell’Idv, quattro del Pd, uno di Sel sono certamente un’esperimento politico da tenere sott’occhio. Ma la cosa che veramente solletica la curiosità è una dichiarazione che forse si è persa nelle pieghe della “grande politica”: una delle prime cose che De Magistris cercherà di fare, spalleggiato dalla sua mente politica Vittorio Vasquez, sarà il taglio dei consigli di amministrazione. Troppi, che costano troppo e continuano a generare una montagna di debiti. Pare che a Palazzo s. Giacomo (sede del governo napoletano) molti dirigenti si aggirano con musi veramente lunghi: mobilità, acquedotto, riconversione di Bagnoli, gestione dei servizi e via dicendo sono sotto tiro. Molti posti di sottogoverno è verosimile che spariscano e bisognerà capire che fine farà tutto il sottobosco dei partiti che vive, appunto, di ghiande. E la Giunta? Sarà forse svincolata dai tira e molla che ad esempio stiamo leggendo questi giorni a Torino dove spifferi correntizi stanno cercando di condizionare gli sforzi di Fassino? A Torino, a Milano stessa c’è aria di politica nuova, ma forse non così travolgente. A Napoli chissà…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro