In tempi di prove elettorali è passato in sordina l’incontro alla Fondazione Italiani Europei tra il premio Nobel Joseph Stigliz ed il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti organizzato da Massimo D’alema. Ma le bordate di Stigliz dovrebbero certamente entrare nel dibattito politico italiano ed europeo con maggior forza adesso che spira in Europa un vento, se non contrario, certamente proveniente da altre direzioni. Perchè il Nobel continua ostinatamente a ripetere che la politica di austerity europea non funziona e non funzionerà nemmeno in futuro, anzi ci condurrà a crisi più profonde. Perchè anche dal punto di vista dei rientri del debito pubblico non sta dando i risultati sperati, cioè l’agognato pareggio. Ed allora la proposta di politica fiscale espansiva senza maggiore deficit pubblico: aumenti della tassazione, certamente, ma i cui proventi devono essere destinati a pagare spesa pubblica e non debito. Oppure tagli agli sprechi che non devono comunque generare maggiore austerità ma maggiore domanda. Perchè poi, alla fine, senza toccare il deficit, il Pil sale facendo scendere anche i rapporti deficit e debito su Pil. Ed anche tasse e spesa pubblica che devono ridurre le diseguaglianze che in questa fase economica distruggono la crescita. Monti non ha opposto molto. Ma l’aspetto che mi è piaciuto maggiormente del bombardamento di marca Stigliz è quello su un aspetto dello “spreco” che dovremmo meglio mettere a fuoco: quello delle risorse naturali, materiale ed umane, che avevamo in passato e che non stiamo più utilizzando causa crisi. Sarebbe per Stigliz l’austerità che tiene vivi questi sprechi. E tutti i giovani che oggi non lavorano e che lo troveranno tra molti anni a salari più compressi perchè avranno disimparato a fare e avranno perso l’orgoglio e la voglia di emergere. Ecco gli sprechi che davvero anche noi vorremmo tagliare.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Comunicato stampa
Red tv non chiude ma continua a resistere nonostante dal 1 gennaio di quest’anno sia priva dei contributi per l’editoria per decisione del governo Berlusconi. Dal 2 agosto i nostri programmi andranno in onda sul canale 813 di Sky, grazie alla solidarietà offertaci da Youdem , la tv satellitare del Partito Democratico. Tutto questo per continuare a rientrare nei parametri del contributo qualora il Parlamento, anche nella prossima finanziaria, riuscisse a modificare la decisione che ci ha condannati. I sette giornalisti sono in contratto di solidarietà fino al 30 agosto e stiamo lavorando con l’Associazione Stampa romana per estendere anche a loro dal 1 settembre la cassa integrazione in deroga della Regione Lazio già attiva per iil personale amministrativo. Il direttore Francesco Cundari, con grande senso di responsabilità e altruismo ha deciso di rassegnare le sue dimissioni quale dipendente della società ma manterrà, senza oneri per l’azienda, la direzione responsabile della testata fino al 31 dicembre prossimo. Altre notizie sono prive di fondamento e diffuse per scopi prettamente personali e mettono a rischio la difficile lotta che stiamo conducendo per non far spegnere una esperienza innovativa e originale del panorama dell’informazione.
Luciano Consoli
Presidente Nessuno tv spa
Nero su bianco in un articolo web del Sole24ore, giunge l’elogio a Massimo d’Alema che afferma pubblicamente che in Italia si spende poco per gli armamenti. La posizione del lider maximo viene giudicata persino saggia per una ragione molto semplice: internet e il GPS nascono dalla ricerca e dallo sviluppo finanziato dal complesso militare-industriale, così come decine di soluzioni medico-sanitarie che hanno allungato la nostra vita. In sostanza la principale spinta alla ricerca, all’innovazione tecnologica ed al benessere civile nascono dalla ricerca sugli armamenti. In pratica Einstein e migliaia di medici, biologi, fisici, cosmologi, ingegneri non hanno capito una fava e continuano a perdere tempo negli ospedali, laboratori, politecnici e via discorrendo, civili. La ricerca della gran massa degli scienziati non è un acceleratore di benessere e di pace quanto la ricerca su ciò che può distruggere la nostra civiltà. Sarà, ma non ci credo.