Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

In Piemonte si ridiscute l’alleanza Pdl – Lega

Iniziano i primi “scossoni” della nuova geografia politica del dopo Berlusconi. In Piemonte, infatti, la componente del Pdl che fa capo ad Angelo Burzi, Vito Bonsignore e Maria Teresa Armosino colpisce di slancio la palla lanciata da Maroni e dichiara che: “ tra noi e la Lega si apre una pagina biancae, a partire dagli equilibri della coalizione che governa il Piemonte, vanno riscritte le regole d’ingaggio”, come riportato dal sito web Lo Spiffero. Lo smarcamento della Lega a livello nazionale non poteva infatti che ripercuotersi a livello di governo locale, soprattutto nei contesti dove il Pdl si sente mancare il terreno sotto i piedi e reclama una nuova azione rianimatoria. Al di là del caso specifico, in Piemonte si sta servendo l’antipasto di quella che sarà la discussione nei prossimi tempi a livello locale tra due alleati che oggi ritengono la stretta collaborazione durata quasi un ventennio un motivo che impedisce la crescita dei rispettivi movimenti. Uno dei primi effetti del costituendo Governo Monti inizia quindi a manifestarsi: quello della scomposizione dei poli così come sono stati costruiti negli ultimi quindici anni. Per noi, come Piemonte al Centro-Verso Nord, è la conferma di un’analisi che sosteniamo da tempo e che vede, oltre alla scomposizione dei poli, anche la liquefazione dello schema destra/centro/sinistra che oggi non possiede più una capacità di lettura della realtà, nè la forza delle proposte politiche.

Ticket sanitario: il Ministro richiama il Piemonte

Certamente fa un po’ impressione l’esitazione del governo regionale del Piemonte di fronte ai ticket sanitari. Da un lato ci pensa il Ministro della Salute Fazio a chiarire due cosette che dovevano essere già chiare agli amministratori piemontesi: da un lato ogni regione dovrà far fronte da sola all’eventuale rinuncia all’applicazione, dall’altra viene chiarito come le Regioni che stanno attuando un piano di rientro concordato per ripianare il deficit non potranno abolire il ticket. I rimedi suggeriti dimostrano anche lo stato confusionale di chi elargisce consigli per la cura del problema. (altro…)

Ticket sanitario: cosa succederà in Piemonte?

Cosa ne pensa il Governo della Regione Piemonte sui ticket sanitari? La domanda non è oziosa, perchè in realtà la norma ormai in via di approvazione sull’imposizione di contributi alle prestazioni sanitarie lascia la possibilità alle Regioni di far pagare il ticket intero, di distribuirlo in diversi miniticket o di non farlo pagare recuperando risorse da altri capitoli. L’Importante per il Governo Bossi-Berlusconi è che le Regioni si accollino la spesa sanitaria scaricando lo Stato: forse un nuovo modo di intendere il federalismo fiscale. Per ciò che attiene il Piemonte il ticket sulle visite specialistiche vale circa 29 milioni di Euro come ci informa il Sole24Ore e su queste cifre bisognerà ragionare in Piazza Castello. Nulla però ci è pervenuto sulla volontà del Governo Regionale del Piemonte in merito. Una decisione che può nascondere una partita più articolata e che tocca il nodo della sanità privata. Sono diverse, infatti, le considerazioni che giungono da diverse parti sull’eventuale regalo che questa norma potrebbe fare ad una strisciante privatizzazione sanitaria. Se la norma non verrà congegnata in modo perfetto, si potrebbe verificare il caso che il superticket si assommi alla franchigia e quindi si potrebbe arrivare ad evitarlo pagando solo la franchigia al privato ed eseguendo esami e valutazioni specialistiche nel privato. Senza nessun livore “pubblicistico” balzerebbe comunque immediato all’occhio una distorsione del “mercato” sanitario a mio avviso insostenibile e soprattutto svantaggioso per chi non possiede redditi “forti”. La risposta sulla volontà di normare in Piemonte questa nuova tassazione non è quindi “neutra”, ma potrà farci capire quali siano le linee guida del Governo verde-blu sulla salvaguardia delle prestazioni pubbliche e quali idee esistono in merito al rapporto pubblico-privato in sanità

Riflessione sui guai amministrativi della sanità del Piemonte

Giusto per comprendere come vanno le cose in sanità, credo sia ora di ricordare alcune cose sulla pubblica amministrazione che, nel mio piccolo, ho imparato nel precedente ruolo di Assessore della Provincia di Torino.
L’iter istruttorio di una delibera, e credo non faccia eccezione più di tanto l’Ente regionale, prevede che prima di essere “passata” in Giunta contenga tutta una serie di pareri tra cui quello del Direttore della struttura, che non è un organo politico, che la sottoscrive assumendosene diverse responsabilità di tipo amministrativo. Il contenuto “politico” deve cioè passare il vaglio della legittimità amministrativa prima di essere licenziata dalla Giunta. Il fatto poi che venga presentata nei lavori di Giunta da un Assessore, non toglie che la responsabilità dell’approvazione o meno, sia di tutta la giunta che, infatti, esprime parere favorevole a maggioranza o, come di consueto, all’unanimità. (altro…)

Cota: maneggiare con cura.

Chi vorrebbe essere nei panni del Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota? Dopo aver perso la “sua” capitale Novara, inciampa sulla gestione della sanità senza riuscire a dribblare in maniera convincente tutti i dubbi piovuti addosso sulla estraneità politica alla vicenda. Se infatti non abbiamo motivo di dubitare del fatto che il Presidente non abbia intascato alcunchè, rimangono ombre sulla capacità politica di scegliere i collaboratori e di non sapere cosa stessero combinando: se Monferino ha sventato strani maneggi è possibile che nessuno si sia preso la briga di suggerire una bella ripulitura di questi strani personaggi? Ma non finisce qui, perchè quatta quatta avanza la questione della lista di Giovine che potrebbe portare a riscrivere il conto finale delle ultime elezioni regionali aprendo diverse soluzioni di cui nessuna gradevole per la maggioranza di centrodestra. (altro…)

Cota antisindacale perde il ricorso dei medici

Cota perde contro il ricorso della Cosmed Piemonte (che riunisce diverse sigle sindacali tra le quali l’Anaao, il maggior sindacato dei medici), e dovrà ammettere alle consultazioni sulla sanità anche chi non la pensa come lui. Così ha decretato la Sezione Lavoro del Tribunale Civile, accogliendo la tesi di comportamento antisindacale della Regione Piemonte che ha conciliato.

Le mani sulla sanità

Preoccupazione: questo è il sentimento che sta percorrendo ospedali, ambulatori, pronto soccorsi o comunque chi lavora in sanità. E di motivi certamente ce ne sono diversi. Dapprima la sensazione che non esista un vero timoniere nelle questioni che riguardano la salute con visione sul futuro allegata. Divisioni partitiche all’interno della maggioranza tra Enzo Ghigo che attacca il vertice leghista, divisioni tra l’Assessore di riferimento Caterina Ferrero (Pdl) e il Direttore dell’Aress Zanon (Lega nord) conditi dal Direttore Generale dell’Assessorato Monferino che sembra giocare una partita in proprio senza padrini o padroni. (altro…)

I medici continuano a cucire dove altri tagliano

Tranquilli: i camici bianchi non sono sicuramente nel panico per le mosse del Presidente Cota che, secondo fonti informate tipo Lospiffero.com, si appresta a mandare a casa i direttori generali delle aziende sanitarie e a commissariare le stesse. Per noi non cambia nulla e continueremo a curare le persone come abbiamo fatto in passato quando si sono succeduti piani sanitari regionali, piani sanitari nazionali, riforme, deleghe, cambi assessorili e quant’altro. Dalla gente che lavora in sanità, tutto ciò viene semplicemente visto come un giro di valzer che non porta a nessun vero cambiamento nei luoghi di cura. Ben altre sono le ambasce e il risparmio di qualche direttore generale non potrà permettere l’acquisto di nuovi strumenti o la sistemazione delle piante organiche. La vera “ciccia” della faccenda saranno invece le “missioni” che i nuovi commissari o direttori riceveranno dagli uffici regionali: migliorare lo stato di salute della popolazione in Piemonte o semplicemente grattare il fondo del barile per far quadrare qualche bilancio? Forse commissariare le attuali ASL ha il risultato che per un po’ di tempo nessuno prenderà vere decisioni, essendo per sua stessa natura limitato il ruolo degli stessi commissari. Poco importa, inoltre, la battaglia che si sta combattendo in Regione: l’assessore sempre più emarginato a cui viene sottratto il vero controllo del governo sanitario dal Direttore Generale di fresca nomina di cui non si conoscono i rapporti con il kingmaker a capo dell’Aress che sembra ampliare le sue prerogative anche in campi di altra natura da quelli dell’Agenzia che a sua volta ha il suo riferimento presso un altro Assessorato non sanitario. E nel disordine sovrano i medici, come sempre, continuano a fare quello che hanno sempre fatto a dispetto di chi dovrebbe indirizzarli verso nuovi obbiettivi di salute: ricucire le storie di salute delle persone.

Amen.

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da Roberto Cota e a quindo sospeso la sentenza del Tar di Torino che ha deciso il riconteggio delle schede per le ultime elezioni regionali del 28-29 marzo di questanno. Lo ha spiegato l’avvocato del presidente Cota, Luca Procacci.
Il Consiglio di Stato si legge nell’ordinanza emessa oggi dalla V sezione, «accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende integralmente l’efficacia della sentenza impegnata». Considerato che «all’esito della decisione in camera di consiglio è emersa la fondatezza dell’appello principale e l’infondatezza degli appelli incidentali proposti da Bresso Mercedes e dagli altri suoi liticonsorti con conseguente improcedibilità – si legge ancora – degli appelli incidentali».

Riconteggio in Piemonte: quante schede mancano al sorpasso?

Il riconteggio delle schede delle ultime elezioni in Piemonte è ad oggi racchiuso in queste cifre:

Voti validi Bresso Voti validi Cota Schede in riconteggio
1.033.326 1.027.739 12.221

Se ne annullano a Cota ancora 6640 Bresso ha vinto. Stop.