Arrivato il “dies irae” per Roberto Cota, si apre il nuovo scenario per il governo della Regione. Cadute le code per la vicenda Murazzi, e con ancora qualche piccolo sussulto da ricorso per l’ormai ex presidente verde, si concretizza l’opzione di Sergio Chiamparino come candidato al governo della Regione Piemonte. E per noi certamente la scelta migliore ad oggi per tutta la coalizione di centrosinistra e che sosterremo con piacere e convinzione conoscendone le capacità amministrative e il profilo umano. Quindi: Forza Sergio!
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Aumentano le tariffe del trasporto pubblico in Piemonte: rincaro medio del 13%, anche se a Torino non aumenterà il prezzo del biglietto urbano. L’aumento decorrerà entro 30 giorni e sarà più contenuto per gli abbonamenti mensili (+8.7%) e annuale (9%). Con meno prontezza sarà operativo uno sconto proposto per le categorie meno abbienti, forse per la prossima primavera. Dopo quindi il taglio delle linee ferroviarie e nessun miglioramento delle condizioni di viaggio per i pendolari, la Giunta regionale del Piemonte non coglie la difficoltà delle famiglie che, anche a causa della crisi, si sta rivolgendo sempre più al trasporto pubblico con un minore uso dell’auto di proprietà proprio a favore del trasporto pubblico. E senza tener conto che la più efficace lotta all’inquinamento si può mettere in campo spostando sempre maggiori quote di persone verso bus e treni. Insomma, come per la sanità, il Presidente Cota riduce i servizi, li rende più cari e affermerà che li ha resi migliori. #Sapevatelo
La giunta Cota diserterà l’incontro di domani con il Ministro della Salute sulla situazione dei conti in Piemonte. Parola di Mercedes Bresso ripresa da Facebook circa 3 ore orsono, con l’aggiunta del commento: “Io non temevo nessun confronto. Ribadisco: i numeri non mentono”. Se così sarà, certamente la notizia ha una sua gravità, soprattutto per il mancato confronto di dati e idee sul come uscire da una situazione pericolosa. Che ci fossero poche idee in campo, credo fosse chiaro da diversi giorni sfogliando la stampa quotidiana. Una certa difficoltà al confronto la si poteva anche presumere dal sottrarsi assessorile alla presentazione in Commissione regionale delle ipotesi per uscire da questa complicata situazione. La speranza è che la Giunta Regionale ed il suo Presidente ripensino all’eventualità di non confrontarsi con il Ministero della Salute perchè ciò costituirebbe una mancanza di rispetto grave non solo verso i pazienti ma anche verso tutti i lavoratori della sanità che continuano ad attendere parole davvero chiare sull’idea di sanità che il Piemonte ha scelto di offrire e come verrà impegnato in maniera precisa l’80% del bilancio regionale. Confrontarsi con il Ministero significa anche mettere le carte in tavole di fronte a tutti i cittadini italiani che hanno diritto di sapere cosa succede in una delle aree del Paese da cui ci si aspetta un contributo importante per la ripresa. Attendiamo, se non buone, almeno le notizie.
La campagna elettorale “sveglia” il Ministro Balduzzi che si ricorda della sanità del Piemonte e convoca un tavolo tecnico per stabilire di chi sia la responsabilità del deficit del capitolo sanitario. L’invito è rivolto ai precedenti presidenti della regione Ghigo, Bresso e Cota e potrebbe tenersi immediatamente dopo le elezioni, forse già il 27 febbraio stesso. “Un’operazione verità” – secondo Balduzzi, “ che deve precedere qualsiasi altra decisione ed è doverosa considerato che da tempo assisto ad un balletto di cifre sul quale è tempo di fare chiarezza”. Viene davero da chiedersi come mai Balduzzi, candidato nelle liste montiane, non si sia accorto di nulla durante il suo anno al Ministero e non abbia attivato per tempo tutte le possibilità che il dicastero offre per porre rimedio a questa situazione. La situazione infatti è nota da tempo e non può passare inosservata la battuta dell’attuale Assessore alla sanità della Regione Piemonte, l’Ing. Monferino, che ha dichiarato come, nei fatti, si assista ad un fallimento “tecnico” del governo regionale, su cui l’impegno sanitario grava per circa l’80% del bilancio. Forse proprio la parola “tecnico” potrebbe aver fatto sussultare il candidato del partito degli aristo-tecnici su un bilancio che un assessore “tecnico” – che non pare voglia cedere alla pubblicazione dei propri conflitti di interesse – non ha saputo mettere in carreggiata, sostituendo il taglio dei dipendenti con l’istituzione di una sovrastruttura al momento attuale giudicabile come inutile, con a capo Direttori Generali di aziende sanitarie mancati. Già, tutto tecnico, ma tecnicamente l’aristo-tecnico Balduzzi poteva pensarci prima a rimettere le cose a posto…
Lo Spiffero lancia la notizia del deposito della sentenza del Consiglio di Stato sul “caso Giovine” ed anticipa alcuni rumors sul possibile esito favorevole a Mercedes Bresso, con conseguente messa in mora della Presidenza di Roberto Cota della Regione Piemonte. Il tutto si attende per domani. In sostanza verrebbe accolto il ricorso che sostiene come falsa la legittimità della Lista Pensionati per Cota con la necessità di annullare le elezioni del 2010. L’esito finale dovrebbe però essere scritto non prima del pronunciamento del terzo grado della Cassazione che, verosimilmente, arriverà tra qualche mese e lasciando quindi ipotizzare o la surroga automatica con Mercedes Bresso Presidente, o un nuovo ricorso alle urne che potrebbe svolgersi in concomitanza con le elezioni nazionali. Forse giustizia verrà ristabilita…
Si riaffaccia la questione della legittimità della vittoria di Roberto Cota su Mercedes Bresso alle ultime elezioni regionali. Come già riportato da “Lo Spiffero” sono state depositate le motivazioni, da parte del giudice Alberto Oggè, della sentenza d’appello che ha condannato il Consigliere Giovine. Nella sostanza le motivazioni della sentenza potrebbero corroborare la tesi della Presidente Bresso che sono state sostenute davanti al Consiglio di Stato, che proprio in questi giorni dovrebbe esprimersi sul ricorso. La questione non è banale e potrebbe ancora ribaltare l’esito delle ultime elezioni facendo decadere l’attuale Governo della Regione Piemonte dopo l’ancora successivo passaggio attraverso il Tar di Torino. I passaggi della Magistratura non si commentano, ma certamente l’idea che almeno politicamente sia stata compiuta una vera ingiustizia nei confronti di Mercedes Bresso e degli elettori che l’hanno sostenuta rimane, a mio avviso, salda, al di là dell’attivo supporto che personalmente ho dato – e continuo a confermare – alla lista della Presidente Bresso.
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il piano sanitario della Regione Piemonte recentemente approvato dalla Giunta di centrodestra. La ragione dello stop sembra da imputarsi alla mancata copertura finanziaria. L’impianto della nuova organizzazione con la creazione delle sei Federazioni sanitarie, non convince quindi il governo dei tecnici orientato a non considerare sufficienti le fonti di risparmio che erano state pubblicizzate dal governatore Cota e dall’Assessore Monferino.Se comunque il Governatore si mostra tranquillo, Mercedes Bresso va all’attacco sottolineando come l’allarme sul rischio dell’aumento dei costi non fosse una semplice fantasia dell’opposizione, ma una drammatica realtà. “Se si aggiunge -prosegue l’ex presidente – il fatto di avere approvato un Bilancio 2012 affidato all’irresponsabilita’ di chi l’ha redatto, il quadro complessivo del Piemonte e’ molto preoccupante”. ”Se il piano sanitario era la principale riforma di questa maggioranza -conclude Bresso- c’e’ da augurarsi che la smettano presto di fare danni”. In parole povere, i tecnici di Palazzo Chigi bocciano sonoramente il tecnico “padano”: non è un buon momento per il Piemonte, al verde anche di capacità contabili.
Tanto rumore per nulla. La riformetta della sanità varata oggi dalla Regione Piemonte si conclude con un nulla di fatto e completamente svuotata dai proclami che il Presidente Cota aveva tuonato dalla campagna elettorale in poi. Nella sostanza vengono istituite le sei Federazioni sanitarie anch’esse svuotate dagli iniziali compiti annunciati e configurandosi, in realtà, come sei nuovi posti, immaginiamo profumatamente remunerati, che aumenterenno i “commis” regionali e di cui non si sentiva la mancanza: un nuovo livello intermedio in un’epoca in cui l’amministrazione tenta invece di semplificarsi. Staremo a vedere cosa succederà con il nuovo piano sanitario, ma non ci aspettiamo grandi modificazioni dell’attuale assetto sanitario. Vedremo.