Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Lo Stato non si fida e non finanzia la città della salute

La notizia è seria: la Conferenza Stato-Regioni non avrebbe assegnato nemmeno un centesimo per l’edilizia sanitaria del Piemonte. Nelle regioni del Nord Italia come Val d’Aosta, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Torscana, Umbria gli investimenti programmati sarebbero di 1,46 miliardi. In sostanza, se confermato il dato, le Città della Salute di Torino e Novara subirebbero uno stop definitivo nei fatti facendo saltare il famoso master plan con Molinette 2 e via discorrendo. I tecnici del Governo Monti non si sarebbero, quindi, fidati dell’amministrazione regionale piemontese e dei risultati sul risparmio economico sventolati negli ultimi mesi.

La Regione dimezza la pulizia negli ospedali torinesi

Se è vera è da fantascienza. Come riportato da Repubblica, la pulizia degli ospedali della Città della Salute di Torino sarà razionata e invece dei due passaggi giornalieri, in alcune zone delle strutture sarà dimezzata. C’è buon senso in questa operazione? Certamente no, soprattutto in un momento in cui le infezioni ospedaliere rappresentano un allarme ben presente agli operatori sanitari. Senza considerare che un ospedale è il perfetto abbinamento tra persone ricoverate e quindi in stato di difficoltà spesso anche immunitaria e una concentrazione di persone che provengono dall’esterno per diversi motivi (esami vari, visite ai parenti, questioni amministrative, lavoratori non sanitari e via discorrendo). Ma il semplice buon senso vale in questo caso davvero più di mille pubblicazioni scientifiche e aspetto con ansia qualcuno che mi spieghi il beneficio di questa decisione. Una provo ad inventarmela personalmente: minore pulizia, minore spesa, maggiore disponibilità per combattere le infezioni ospedaliere comprando più antibiotici. Insomma siamo alla “Corrida” con i soliti dilettanti  allo sbaraglio…

Non è un paese per bambini. Soprattutto se malati

I pediatri del Regina Margherita sono preoccupati: il nuovo “masterplan” della città della salute prevede pesanti tagli sui posti letto dell’ospedale per bambini. Lo dice Piero Abruzzese, Direttore della Chirurgia Universitaria Pediatrica del Regina Margherita, che aveva già segnalato in agosto il rischio di un ridimensionamento della disponibilità di cura pediatrica. Due aspetti sono da sottolineare nelle dichiarazioni di Abruzzese: i bambini non possono essere considerati dei piccoli adulti; non viene presa in considerazione la possibilità che le mamme stiano insieme ai propri bambini. Detto in semplicità, la  possibilità di cura dei bambini deve prevedere logiche diverse rispetto a quelle degli adulti, altri parametri, altri strumenti, altri fini. Così come far regredire un elemento fondametale della cura del bambino quale la presenza di un famigliare è inaccettabile, retrogrado, fuori dal tempo, regressivo. Abruzzese, che è portavoce di un gruppo di operatori sanitari che ha firmato l’appello, si è rivolto al Sindaco di Torino, Piero Fassino perchè si ricordi di un leit motive della sua campagna elettorale che voleva Torino come città a misura di bambino. Non si sa cosa potrà fare il nostro Sindaco e comunque credo che non si tirerà indietro per svolgere la sua pressione morale. Il problema che rattrista è che non è il Sindaco di Torino che deve metterci una pezza, ma i programmatori sanitari, coloro che studiano e decidono la scala delle priorità, delle esigenze e le proiettano nel tempo tentando di commettere meno errori che si può. La porta a cui si deve bussare è quella della Regione: sperando che tutto questo sia un brutto sogno.