Se il diavolo si nasconde nei dettagli, non è certo una buona notizia quella che ci proviene dal Rapporto Ismea 2013 che prende in considerazione le nostre esportazioni di vino in Cina. Secondo tale classifica la Francia è il primo fornitore con il 51% del mercato, mentre l’Italia arriva sesta con uno “smilzo” 6% dietro anche alla Spagna (7%), per non parlare dell’Australia che porta a casa il 14%. Se la qualità del nostro vino non è davvero in discussione, dovremmo davvero interrogarci sulla nostra incapacità nel guadagnare fette di mercato estero con un prodotto che davvero può essere considerato un’ eccellenza. La sensazione di essere davvero nelle mani di incapaci di qualità si fa sempre più strada…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Avere una forza lavoro ben pagata, con un più alto livello di benessere fisico ed un maggior livello di istruzione, rende i lavoratori più produttivi e il paese più ricco. Insomma, mentre i responsabili della politica economica europea si concentrano esclusivamente sui tagli alla spesa pubblica, ignorando gli effetti depressivi che questi in generale hanno sulla domanda aggregata, l’esperienza cinese degli ultimi decenni ci insegna che è particolarmente importante sostenere il settore dell’istruzione e della sanità (…).
La migliore l’ho sentita via radio in macchina da un economista che, con fulminea semplicità, ha focalizzato il problema della nostra imprenditoria prendendo come spunto il caso della Bialetti di Crusinallo. Il senso è questo: gli sforzi e l’intelligenza dei nostri industriali non dovrebbero essere impiegati per capire come meglio delocalizzare ad esempio una fabbrica di caffettiere in Cina, ma capire come vendere caffettiere ad un miliardo di cinesi…