Mentre tutti gli occhi saranno puntati sulla Commissione del Senato che deciderà sulla decadenza di Berlusconi, lunedì 9 si giocherà una importantissima partita sulla sanità. Infatti riparte il tavolo tra Governo e Regioni per la definizione del nuovo patto della salute 2013-2015 che conterrà, tra le altre cose, la rideterminazione dei fabbisogni sanitari con la risistemazione delle strutture ospedaliere. Oltre quindi ai ticket, si discuterà, ad esempio, la riconversione delle strutture ospedaliere medie e piccole che potranno essere dedicate alle cosiddette cure di media e bassa intensità, riducendo lo standard dei posti letto ospedalieri ance al di sotto del 3,5 x mille abitanti e l’assegnazione dello 0,5 x mille abitanti alle cure riabilitative. In sostanza l’attesa che molte strutture ospedaliere nelle diverse regioni stanno vivendo – cioè la chiusura o meno – verranno sostanzialmente chiarite con l’indicazione del loro futuro, chiusura o mantenimento a seconda del numero magico che l’accordo conterrà. In sostanza si potranno comprendere gli interventi che le diverse Regioni dovranno mettere in atto con il calcolo dei fattori che saranno contenuti nel nuovo Patto per la Salute.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Abbattere i costi della spesa sanitaria. Ma non solo. Tentare di rispettare l’organizzazione geografica dei servizi sanitari che ricalca la dispersione della popolazione tentando di non chiudere i servizi nei diversi centri, ma di dare risposte in rete. Benvenuti nella telemedicina, realtà ormai consolidata in vaste aree degli Stati Uniti e del Canada e che continua a non trovare l’adeguata attenzione nel nostro Paese. La cosiddetta “tecnologia di telepresenza” sanitaria ha finalmente un punto di paragone in Italia che ne dimostra la fattibilità e la convenienza non solo economica ma sociale tramite l’esperienza della Ulss 21 del Basso Veronese così come riportato da Nòva 24 de “IlSole 24 ore”. L’investimento iniziale per introdurre la presenza del servizio è stata di 50 mila euro, coinvolgendo un bacino d’utenza di 150 mila abitanti ed ottenendo un immediato risparmio del 50% sui costi di trasferta tra strutture. La struttura su cui poggia il servizio prevede una rete a banda larga con due connessioni da 100 Mb che collega quatto ospedali e fa da dorsale per una serie di servizi che sfruttano la videoconferenza. Attraverso tale sistema si è potuto abbattere gli spostamenti del personale sanitario e dei pazienti, oltre alla condivisione di referti radiografici e di altro genere. Oltre all’abbattimento dei costi sullo spostamento, risulta significativa la riduzione del disagio per i malati che venivano trasferiti tra i diversi ospedali e la semplificazione delle pratiche burocratiche – con i costi collegati di trasporto dei pazienti e un contenimento delle emissioni di gas serra -. Tutto ciò presuppone anche una modificazione di alcune pratiche organizzative del lavoro sanitario che non sembrano essere state critiche. Tenendo conto della realtà dispersa del nostro territorio dove diverse aziende sanitarie sono articolate su più centri ospedalieri e diversi centri abitati, risulta immediatamente attraente l’applicazione di tale modalità che può influire sulla riorganizzazione delle sedi territoriali portando a risparmi consistenti ed al mantenimento di più punti di cura nelle diverse realtà, evitando chiusure totali dei presidi sanitari che lascerebbero sguarnite molte importanti realtà cittadine a cui verrebbero negati diritti di accesso e di equità che ispirano il nostro sistema sanitario nazionale.