Umberto Bossi non è politicamente uno sprovveduto. In mezzo ad altre cose di dubbia eleganza e solidità, ci fa intravvedere una delle ragioni per le quali viene considerato portatore di fiuto politico. Il Corriere della Sera dopo aver sottolineato come Umberto Bossi da tempo lavori al programma elettorale per le prossime politiche, chiede: ”Ma perché ora? Perché così presto?” E Bossi non si tira indietro: «Perché se noi presentiamo un programma forte, anche gli altri dovranno farlo». Dovranno rispondere a tono e spiegare i loro progetti per il dopo: «E quando i programmi elettorali ci saranno, Monti cade e si va alle urne». Il concetto non è nuovo e si accompagna a quello di altri analisti secondo cui anche il – primo?- Governo Monti sarebbe agli sgoccioli e non potrà andare oltre le prossime riforme imminenti. Il dopo si configurerà come una semplice preparazione a nuove elezioni, con tutte le scomposizioni del caso ma senza riforme di alto spessore. Ma la mossa di Bossi potrebbe davvero rappresentare un buon colpo, costringendo anche gli eventuali rimescolamenti a dichiarare i temi attorno ai quali unire le disperse forze sul campo. Nel campo che guarda a sinistra i movimenti ci sono, ma non sembrano potersi coagulare dietro un’ipotesi vantaggiosa dal punto di vista elettorale e dove l’unica novità potrebbe essere la ricostituzione dell’Ulivo, momento forte che ha permesso di battere l’ala destra e che sta rifiorendo in diverse aree locali tra cui l’ultima in Piemonte a Cuneo. A destra si lavora sottotraccia, ma sembra ancora il momento del “rompete le righe” con i maggiorenti che tentano di esplorare ed accreditarsi verso nuove aggregazioni che vogliono superare lo schema destra/sinistra. Aspettiamo presto nuove sorprese…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
La mossa è fortemente appetitosa: mollare Berlusconi, ultimamente non troppo amato dalla base leghista, rifacendosi una verginità politica proprio sulle pensioni, permettendo così dilimitare i danni alle prossime elezioni. Una Lega che in questo modo cercherebbe di far dimenticare l’opaca prova di governo che non ha guarito l’Italia, che ha impoverito i cittadini, che non ha fatto passi avanti sostanziali sul “monstre” del federalismo. Insomma, camicie verdi di lotta che tentano di rianimarsi tornando all’antico incassando una cambiale alle spalle del Pdl. Ma Berlusconi non è certamente uno sprovveduto e ci aspettiamo che cali sul tavolo verde un altro dei suoi assi. Senza escludere che l’opposizione Udc non corra in soccorso e il Partito Democratico non ricada nell’antica tentazione di far moine, appunto, alla Lega.
Il Ministro e Leader della Lega Nord Umberto Bossi che sfugge ai giornalisti da un’uscita secondaria. Calderoli che esce a tutta birra da Arcore. questo è il termometro finale del cambio dei provvdimenti da inserire nella manovra finanziaria dove Silvio Berlusconi vince un prezioso round agendo sulle pensioni che, solamente ieri, erano state “blindate” appunto dalla Lega Nord al grido “giù le mani dalle pensioni”! Anche Tremonti pare abbia gradito il cambio di passo potendosi alla fine ascrivere come uno dei vincitori del braccio di ferro portando a casa il blocco dell’Iva. Un Bossi quindi “fuggiasco” ed un Berlusconi che ha rialzato la testa di fronte all’alleato ottenendo anche l’inizio della soppressione delle Province attraverso l’iter costituzionale e la soppressione del prelievo sui redditi oltre i 90 mila €. (altro…)
Eppure Bossi era stato chiaro: se non ci sarà una maggioranza politica sul federalismo il rischio delle elezioni è concreto. Ma dopo un colloquio con Berlusconi che aspettava l’esito del voto in serata su Ruby sembra che la purezza leghista sia andata a gambe all’aria. Ruby ha fatto il miracolo.