Un principio giusto può essere affermato con strumenti ingiusti? La domanda nasce da una notizia fresca fresca che ci informa della possibilità di estensione dell’assistenza sanitaria integrativa dei parlamentari a partner dello stesso sesso. Il diavolo è però nei dettagli: perchè chi legifera anche sul Sistema Sanitario Nazionale deve avere un’assistenza sanitaria integrativa pagata dai contribuenti? Perchè in sostanza chi decide quali ticket e quali prezzi deve pagare il cittadino medio viene di fatto esentato dagli stessi? Proprio a pochi giorni, poi, in cui uno studio presentato dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali conclude che il costo dei ticket sanitari incide sulle famiglie italiane più dell’Imu e provoca una diminuzione dannosa delle prestazioni specialistiche. Due pesi e due misure, insomma. Oltre al fatto che ciò che vale per i parlamentari, non vale ad esempio per il trattamento dei rapporti tra due conviventi dello stesso sesso quando uno è ospedalizzato e in pericolo di vita, essendo esclusa ogni possibilità di intervento e di informazione per il partner. Il problema è però che non si capisce perchè il trattamento sanitario del legislatore possa avere percorsi diversi rispetto ai normali cittadini. Un principio giusto (la parità di fronte alla legge dei cittadini omosessuali) applicato ad uno strumento sbagliato (la possibilità di una mutua integrativa privata) non porta certamente ad un miglioramento delle condizioni economiche e di cittadinanza delle persone che vivono nel nostro Paese; anzi possono rappresentare un momento di regressione attraverso cui giusti principi possono essere depotenziati se applicati a misure ingiuste.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro