Un dato colpisce delle recenti elezioni siciliane: nemmeno Grillo riesce a fermare l’emorragia dell’astensione. In una perdita secca di circa il 20% dei votanti rispetto alla precedente tornata, quanto di più antisistema come il Movimento 5 stelle non riesce a drenare una protesta quasi silenziosa di disaffezione nella scelta di chi debba gestire le prossime scelte di politica pubblica. Un rifiuto che sembra andare ancora al di là del rigetto per gli uomini e le forze politiche che hanno sin qui dominato il panorama amministrativo. Molti non sono convinti della reazione antisistema grillesca e non scelgono nemmeno la picconatura del potere attuale ed è difficile capirne il significato. Perchè la perdita in termini reali riguarda chi ha perso, ma l’emorragia ha investito anche chi ha vinto. Quindi, malgrado al vittoria, ad oggi nemmeno l’attuale alleanza del centro con la sinistra guadagna consensi, men che meno nell’elettorato di centrodestra che, probabilmente, si sente orfano della, non più proponibile, offerta berlusconiana. La balcanizzazione sembra quindi più un esito dell’astensione che di altro, astensione che non viene attirata nemmeno da chi tenta di abbattere l’esistente, senza in verità produrre molto di nuovo. E davvero se qualcuno azzeccasse una nuova proposta politica che non si riduca all’antipolitica e al riproponimento di vecchie facce e idee con nuove casacche, potrebbe compiere scorrerrie inimmaginabili attraverso un elettorato che non si rifugerà sempre nel non-voto.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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